DA UN RAPPORTO DELLA CGIL, C'E' SEMPRE PIU' DISOCCUPAZIONE TRA I GIOVANI CHE HANNO SOLO LA LICENZA MEDIA
- di Redazione Il Solidale
- 21 lug 2019
- LAVORO
“C’è la caduta netta del tasso di occupazione tra i giovani, specie per quelli con la sola licenzia media”. E’ quanto scaturisce da un Rapporto del dipartimento Welfare della Cgil che mette a confronto il 2007 con il 2018. Secondo la Cgil, la crisi ha colpito soprattutto le giovani generazioni, rendendo difficile l'inserimento nel mondo del lavoro e colpendo in particolar modo gli esclusi dalla scuola e dalla formazione; meno, invece, chi ha concluso un ciclo secondario di istruzione superiore o meglio è riuscito a laurearsi. Infatti, secondo lo stesso rapporto, essere in possesso di una laurea aiuta i giovani ad inserirsi prima nel mercato del lavoro e li protegge da una disoccupazione di lunga durata. Per la Cgil, i giovani tra i 18 ed i 24 anni che in Italia hanno solo la licenza media sono il 14% del totale, con punte del 20% al Sud; mentre i giovani che non studiano e non lavorano sono oltre 2 milioni, il 24% dei giovani compresi tra i 15 e di 29 anni.
Dai dati elaborati dalla Cgil, sulla base di quelli Istat: in 11 anni, il tasso di occupazione per i giovani tra i 20-24 anni con la licenza media è crollato di quasi 18 punti percentuali, passando dal 50,5% del 2007 al 32,6% del 2018. Ciò a fronte di una flessione pari a zero per quelli con una laurea e di soli 7,5 punti per i giovani con un diploma. Per i giovani tra i 25-29 anni, l'occupazione che nel 2007 era al 60,6% è scesa nel 2018 al 47,7% facendo perdere, per chi è in possesso di una licenzia media, circa 13 punti percentuali contro i 10 punti percentuali di differenza per i diplomati e i 9,8 punti dei laureati.Preoccupante è anche il dato che riguarda la disoccupazione: rielaborando i dati Istat, il Rapporto Cgil evidenzia come la disoccupazione di lunga durata per i giovani dai 20 ai 29 anni che hanno la licenza media in 11 anni abbia raggiunto oltre 10 punti nel 2018, aumento che si registra anche tra i diplomati, a differenza dei laureati che, tra il 2007 e il 2018, varia tra i 3 e i 5 punti percentuali.