Al Museo dello sbarco di Catania, mostra di foto sui prigionieri di guerra

  • di Redazione Il Solidale
  • 22 set 2019
  • CULTURA

Al Museo dello sbarco di Catania, mostra di foto sui prigionieri di guerra

CATANIA - Al Museo dello Sbarco in Sicilia-1943, è stata inaugurata la mostra fotografica itinerante "Prigionieri di guerra a Camp Letterkenny, Chambersburg, Pennsylvania 1944-1945", dedicata al campo di detenzione statunitense dove furono rinchiusi anche i soldati catturati in Sicilia che, se collaboranti, vennero inquadrati nelle ISU (Unità Italiane di Servizio). Le loro buone condizioni di detenzione furono una conseguenza di più fattori: la lontananza dalla linea del fronte; le ingenti risorse economiche degli Stati Uniti; l’indottrinamento per  una rieducazione con metodi non coercitivi; l’influenza politica della comunità italoamericana. La soddisfazione per la realizzazione di questa mostra, inaugurata sabato scorso, arriva da Salvo Pogliese (sindaco della città metropolitana di Catania), dall’assessore comunale Barbara Mirabella, ma anche da Antonio Brescianini (presidente dell’Ampil - Associazione per la Memoria dei Prigionieri Italiani a Letterkenny), da Sebastiano Catalano (presidente del Rotary club Catania), da Lia Ragusa (assistente del governatore Distretto 2110 Rotary). All’inaugurazione della mostra sono stati invitati a partecipare alcuni discendenti dei soldati detenuti. Il curatore dell’esposizione, Flavio Giovanni Conti,  autore di molteplici saggi sull’argomento, si è occupato di illustrare la mostra fotografica itinerante "Prigionieri di guerra a Camp Letterkenny, Chambersburg, Pennsylvania 1944-1945", che gode del patrocinio del Consolato Usa a Napolie e che rimane aperta al pubblico, presso il Museo dello Sbarco in Sicilia-1943, fino al 7 ottobre 2020, da martedì a domenica, dalle ore 9 alle ore 17 (ultimo ingresso ore 15).                                                                                                                                                                                                                                     Salvo Cona