Alla riscoperta della Vita vera: il politico ritorni al soprannaturale

  • di Redazione Il Solidale
  • 17 set 2015
  • CULTURA

Alla riscoperta della Vita vera: il politico ritorni al soprannaturale

Il contesto politico attuale in cui ci troviamo vive una crisi morale frutto di una mancanza di Fede, con il rinnovato bisogno di ritrovare l’anello di congiunzione che si è interrotto perché l’uomo non rimanendo nel puro ordine naturale con un netto distacco non concepisce più un Dio creatore, ordinatore, provvidente, bene supremo, centro di unificazione spirituale e cosmica, cui avrebbe reso il culto religioso di adorazione e ubbidienza della legge morale impressa nel suo cuore, ma ha preferito servire più le creature che il Creatore. Questa mancanza porta l’uomo a non riconoscere che Dio sia l’unico a governare l’universo. Tale limite può essere superato dal ricongiungimento che è possibile attualizzare, con il desiderio di ricerca di un Sommo Bene in cui tutti siamo chiamati a tendere e a realizzarci. Chi governa, sappia maturare questo desiderio di ricongiungimento impegnando tutte le facoltà date in suo potere, per potere ritornare a quel vertice che è Dio, investendo non tanto in quantità ma in qualità tutte le risorse umane donate per potere progredire verso il bene comune, facendo di questa necessità una virtù impeccabile per dare spazio alla crescita sociale di tutto il popolo, che anela al progresso e alla crescita umana e sociale di una nuova società protesa verso l’eternità di poter formare una civitate celeste in questa terra. È necessario incarnare il tessuto sociale in cui viviamo, facendo presente che le sofferenze e le angosce dell’uomo di oggi possano diventare gioie ricolme di speranza che servono a riportare l’umanità decaduta ad un regime di grazia utile per l’edificazione di una società che sappia camminare verso un positivo orientamento teso al bene comune. Il Politico prima di tutto, sia un buon Cristiano, che sappia vivere nella mansuetudine come nel rispetto, sapendo attenzionare la dignità della persona umana che vive nello smarrimento morale e spirituale, comprendendo ciò che è bello e utile per gli uomini. Pertanto, coloro che governano sappiano scindere l’interesse personale da quello pubblico. Sappiano uscire dalla propria mediocrità per divenire portatori di una lealtà civica impregnata di opere buone, facendo della storia attuale una rivoluzione copernicana mossa a realizzare scelte concrete protesse alla responsabilità e alla partecipazione attiva di tutta la collettività. È proprio da qui che per Don Sturzo ha inizio il carattere rivoluzionario del Cristianesimo, che egli definisce come unica, vera e positiva rivoluzione, che senza distruggere edifica, senza violenza rinnova, senza dividere unisce, senza guerra pacifica. Per il grande sacerdote siciliano, la vera vita è quella dello spirito e del suo più alto stadio, nella quale può operarsi la pacificazione delle intime discordanze e contraddizioni e dove ogni bisogno e dolore trova soddisfazione, conforto e superamento. Tale riflessione ci riporti al soprannaturale, tale sia l’ambizione di chi governa a percorre un itinerario di perfezionamento spirituale sino a giungere alla totale unione con Dio per vivere ed operare qui in terra nella comunione dei Santi. Urge ambire alla società ideale che unisce Cielo e Terra, senza confine tra la vita e la morte, nella perenne presenza di Dio, per divenire servi e non padroni della società bisognosa di certezze per aiutare a condurre ogni uomo e ogni donna verso una vita più giusta, più serena e più dignitosa. Luca Risuscitazione