Sp 20/III: molti raddusani protestano e chiedono il ripristino definitivo della strada

  • di Redazione Il Solidale
  • 3 nov 2019
  • CRONACA

Sp 20/III: molti raddusani protestano e chiedono il ripristino definitivo della strada

RADDUSA – Più passano i giorni e più, con le piogge quotidiane, le condizioni della Sp n. 20/III diventano allarmanti e il transito drammatico. A complicare ancora di più le cose ci ha pensato la ex Provincia Regionale di Catania, ora Città Metropolitana, che poco dopo la metà ottobre aveva emesso, con decorrenza immediata ed a tempo indeterminato, un’ordinanza con la quale vietava la circolazione degli autoveicoli lungo quella strada provinciale, dimenticando che essa è di vitale importanza per l’intera economia della città del grano in quanto è l’unica strada che la collega con l’A19  Ct-Pa e viceversa, il cui svincolo dista appena 11 Km, con la città di Enna, nelle cui scuole studiano molti ragazzi di Raddusa, con la zona industriale della Valle del Dittaino e con il Centro Commerciale “Sicilia Village” dove molti raddusani si recano a lavorare. Ora, con un’altra nota, resa pubblica sul quotidiano “La Sicilia” il primo novembre scorso, la stessa Città Metropolitana informa che “In territorio di Raddusa la strada provinciale 20/III è di nuovo percorribile con limiti”. Ma quali sono i limiti fissati dagli esperti? Eccoli: “I veicoli hanno l’obbligo di procedere alla velocità massima di 30 chilometri orari che scende a 20 chilometri orari in caso di pioggia”. Per tutti coloro che non rispetteranno gli obblighi, verificati dagli organi di polizia stradale, saranno applicate le sanzioni previste dal codice della strada”. Tutto sarebbe normale se la suddetta strada fosse transitabile magari con i limiti fissati ma, di fatto, non la si può percorrere neanche a quelle velocità perché, ormai da tempo ridotta in uno stato estremamente pietoso. Le numerose frane e i troppi ponticelli pericolanti, la cui precarietà viene messa in chiara evidenza dalle varie segnaletiche di colore bianco-rosso, rendono problematico e pericoloso qualsiasi tipo di transito. A complicare ancora maggiormente la situazione sono state le numerose piogge di quest’ultimo periodo, che hanno riversato sulla carreggiata, priva dei muri di contenimento, e dei necessari guardrail, una enorme quantità di fango e detriti vari. I cittadini raddusani sono preoccupati e temono che con l’arrivo delle altre piogge invernali, sorgeranno altri problemi che potrebbero isolare definitivamente la cittadina dagli altri centri. La ex Provincia Regionale, ora Città Metropolitana, di Catania, anziché provvedere ad effettuare i lavori per la necessari e indispensabili, ha pensato bene di respingere al mittente ogni responsabilità e, per evitare rischi futuri e sicuri ha deciso, dopo un sopralluogo effettuato dai propri tecnici, di limitare il transito riducendo i limiti della velocità. Oggi ai cittadini raddusani che, per andare al lavoro, hanno la necessità di percorrere la strada in argomento non resta che comprare un’asina o una mula. Con tali mezzi arriverebbero in tempo al posto di lavoro. Per trasportare gli studenti pendolari ad Enna basterebbe un carro tirato dai buoi, ma per trasportare gli ammalati all’ospedale della stessa città basterebbe magari solo l’elicottero del 118. Molti cittadini protestano (soprattutto via social) e minacciano di scendere sul piede di guerra se l’annoso problema della Sp 20/III non viene risolto una volta per tutte.   Francesco Grassia   

Sp 20/III