San Michele, mons. Peri:"La missione è un'esperienza che ogni cristiano dovrebbe vivere"
- di Redazione Il Solidale
- 20 set 2015
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San Michele. “Oggi abbiamo vissuto un momento di mandato missionario molto forte. Questi giovani, che si recheranno nelle periferie più povere e desolate del mondo, partiranno con motivazioni diverse, ma tutti si ritroveranno nell’amore verso l’altro. La missione è un’esperienza che ogni cristiano dovrebbe compiere per capire le sofferenze degli ultimi”. Con queste parole forti, significative e colme di una forte carica evangelica, il vescovo di Caltagirone, mons. Calogero Peri, ha consegnato le croci in legno semplice a dieci giovani italiani, che nelle prossime ore raggiungeranno tre delle nazioni più povere del pianeta: Madagascar, Perù e Tanzania. Questo gruppo di giovani, provenienti da ogni angolo della Penisola, ha partecipato nel piccolo centro calatino ad una settimana di formazione nella sede distaccata della Ong “Cope”, che in provincia di Catania è guidata dal sammichelese Michele Giongrandi. Quasi tutti i ragazzi sono laureati. Tra di loro ci sono medici, biologici, interpreti, educatori ed ovviamente cooperatori di lungo corso. Essi, infatti, si occuperanno di progetti di sviluppo in ambito sanitario, agricolo, zootecnico, microcredito e dei diritti umani. Insomma metteranno le loro competenze al servizio delle popolazioni che abitano in città povere, villaggi sperduti e in zone afflitte dalla miseria più estrema. Quali motivazioni spingono questi ragazzi a lasciare l’opulenza e l’agiatezza della nostra società per recarsi in Nazioni in cui si vive addirittura al di sotto della soglia di povertà? Hanno paure o timori ad affrontare quest’esperienza? Queste due domande le abbiamo poste a quattro di loro, che nel loro agire sono tenuti uniti dal “cemento” della fede e da uno spirito di resilienza. “Ho compiuto questa scelta di vita – racconta Angelo Ascani di Fermo, destinato in Tanzania – durante il periodo universitario. Metterò tutto me stesso al servizio di questi popoli poveri, dai quali riceverò certamente più di quello che darò loro”. Volerà a Lima(Perù) la catanese Elisa Riccardi:”Non ho paura di partire perché sono anni che sostengo le cause del Cope. In Perù mi occuperò di progetti che riguardano la sartoria e il sostegno scolastico per i bambini”. “Esperienze simili – spiega Antonella Leggio di Scordia, che a giorni si recherà in Tanzania – sono molto edificanti per chi li vive, perché ti aiutano a fronteggiare situazioni diverse. Mi occuperò di imprenditoria femminile”. “Sono spinta –svela la leccese Marina Ciardo che andrà in Madagascar – dal raggiungimento di alcuni obiettivi, quali: diritto, rispetto e uguaglianza. Questa è la strada per ottenere risultati”. “Questi ragazzi – conclude Michele Giongrandi – avranno il compito di abbattere i muri e di creare nel contempo ponti di collegamento tra il Nord e il Sud del mondo, attraverso opportunità di formazione e di sviluppo”. Martino Geraci
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