Violenza e donne straniere: il pensiero deI caltagironese Enzo Nicoletti, esperto analista dei nostri tempi

  • di Redazione Il Solidale
  • 24 nov 2019
  • OPINIONI

Violenza e donne straniere: il pensiero deI caltagironese Enzo Nicoletti, esperto analista dei nostri tempi

Enzo Nicoletti, scrittore e studioso caltagironese, anche in questa occasione sa sottilmente analizzare e rappresentare i sentimenti umani. E oggi, 25 novembre, lo fa per ricordare tutte quelle donne che a qualsiasi titolo sono vittime di inutili ed inconcepibili violenze, anche efferate e mortali, che si verificano non sono in Italia, ma anche nel mondo intero. Una triste storia umana che va avanti da tempi lontani e che dovrebbe finalmente cessare, così come scrive lo stesso Nicoletti, anche grazie a "urgenti provvedimenti normativi di inasprimento e certezza delle pene". 

In questi giorni ho completato la lettura del libro dal titolo “La fine del Terzo Reich - Germania 1944- 45”, scritto da Ian Kershaw, edito dalla Bompiani. Il volume  come si evince dal titolo in parola, narra gli sconvolgimenti avvenuti in Europa nell’ultimo anno della seconda guerra mondiale, dallo sbarco degli Alleati in Normandia, giugno 1944, sino alla morte, per suicidio, nel suo bunker di Berlino, aprile 1945, di Adolf Hitler. L’autore mette in viva luce la virulenza estrema dei combattimenti nei vari fronti di lotta, ma, fatto nuovo, descrive efficacemente le condizioni disastrose ed impossibili della popolazione civile tedesca sottoposta ai bombardamenti, alla distruzione di ogni città, agli stupri di massa nel fronte orientale da parte di reparti militari sovietici che intendevano così vendicarsi delle similari violenze commesse dalle truppe germaniche in Russia durante la prima fase dell’invasione nel giugno del 1941. Interi capitoli insistono sulla violenza sessuale subita dalle donne tedesche, e del clima di terrore che la guerra rese possibile nella Prussia Orientale, nella Pomerania, nella capitale del Reich, Berlino. Il messaggio brutale che si voleva diffondere alle popolazioni inermi, e soprattutto alle donne,  era semplice ed efficace: si stuprava una donna appartenente ad una comunità nemica, perché si doveva violentare l’intera nazione nemica. Si combatteva ideologicamente per la vita e per la morte. Nessuna pietà per quelle donne. La stessa umanità in questi anni è stata negata alle tante donne detenute e umiliate nei centri di detenzione annessi alle principali strutture portuali della Libia, o nei campi di concentramento dell’ISIS in territorio irakeno. Da un lato donne che lasciano le loro terre offese da classi dirigenti corrotte ed incapaci di costruire un futuro per la rinascita di un paese che illecitamente governano. Dall’altro donne costrette a subire violenze solo perché di etnia o religiosità diversa, come le curde o le yazide. Deve indurci a riflettere la ricorrenza della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, alla luce dei sempre più numerosi episodi criminali di Femminicidio avvenuti di recente nel nostro Paese. La moltiplicazione di tali atti di crudeltà, sta spingendo le forze politiche, sociali, amministrative e culturali ad assumere urgenti provvedimenti normativi di inasprimento e certezza delle pene. Come pure importante si profila il convegno di Caltagirone del 25 novembre imminente. La ricchezza di tanti relatori è segno del valore dell’iniziativa in se. Nessuna estemporaneità, ma indicazioni precise e professionalmente possibili. Quello che in fondo ci aspettiamo.   Enzo Nicoletti