A Mineo si invoca lo stato di calamità naturale per i danni causati dal nubifragio

  • di Redazione Il Solidale
  • 23 set 2015
  • CRONACA

A Mineo si invoca lo stato di calamità naturale per i danni causati dal nubifragio

Mineo. Il 13 del mese di Settembre alle ore 18:30 si è tenuta nell’aula consigliare del comune di Mineo una seduta pubblica e aperta indetta dal GRUPPO PER LA CITTA’ per il grave nubifragio abbattutosi nel nostro territorio mercoledì 9 settembre 2015. A causa di questo grave episodio avvenuto, verrà compromesso tutto l’intero indotto agricolo che già versava in una situazione di precarietà dal 2013. Tutti uniti per un unico scopo quello di salvaguardare il nostro patrimonio economico agricolo. Il grido che il consiglio comunale vuole lanciare è quello di porre l’accento sulle mancanze che da tempo intaccano il nostro paese. Si proceda con determinazione a risolvere il problema con una presa di coscienza in atto cercando di salvaguardare il nostro territorio e di renderlo più agiato. Al tal proposito, questo consiglio comunale cercherà di esporre determinati fatti con lo scopo di sostenere il nostro paese e coloro che ci vivono. L’esposizione di tale fatto mira esclusivamente a tradurre e trovare delle soluzioni che mirano esclusivamente al bene della collettività Menenina. Preciso quanto è stato scritto dalla delibera del 13 settembre c.m. “Questo eccezionale evento calamitoso ha colpito il nostro comune ed i comuni limitrofi. E assieme alle altre regioni del Sud Italia e ad altri territori della nostra Sicilia compreso anche in nostro territorio, caratterizzato da grandi agrumeti che rappresentano il maggior indice di sostentamento per i cittadini proprietari e un indotto non indifferenti per altri.(…) Le perdite sono equiparate alla perdita del’ 80, 90 o il 100 per cento della produzione. Di fronte a questi numeri il produttore si trova a sborsare ingenti somme di denaro per potare la pianta, curarla e portarla di nuovo a produzione, nella consapevolezza che per i prossimi due anni le imprese non produrranno frutto, avranno meno reddito, meno prodotto sarà venduto, meno giornate lavorative saranno disponibili per i braccianti agricoli a meno lavori ci saranno per gli indotti. Questo è un fatto realmente esistente e continuerà a peggiorare se non si riceverà un immediato aiuto da parte delle istituzioni in riferimento a Regione e Stato, con il rischio di portare all’abbandono i terreni da parte di chi non c’è la farà a sostenere tutte le spese da affrontare. Questo processo porterà all’aumento dell’immigrazione dei giovani agricoltori e braccianti che non troveranno lavoro per i prossimi anni. Non manca da parte dei lavoratori di continuare a credere ed investire in questo settore. Per loro e per la nostra economia riteniamo che questo sia un intervento necessario ed indispensabile. Per questo riteniamo opportuno che le istituzioni faccino la sua parte. In questa aula consigliare si richiede dunque”:
Richiedere la dichiarazione dello stato di calamità naturale per eventi calamitosi presso il ministero dell’agricoltura di Roma e poi, per conoscenza, agli indirizzi indicati nella mozione di indirizzo, utilizzando il decreto legislativo nazionale n.102, del 29 marzo 2004.Questo decreto mette in luce gli interventi finanziari a sostegno dell’imprese agricole”

L’esonero del pagamento della quota IMU agricola per l’anno 2015 e 2016,per danni subiti dalla grandine in via eccezionale nel nostro territorio. Questo permetterebbe agli agricoltori di non pagare ulteriori somme di denaro, oltre a quelle che già devono pagare.

Fare richiesta protezione Civile che decreti lo stato di calamità naturale, utilizzando il decreto legge n. 93 del 14 agosto 2013, convertito in legge n. 119/2013 che modifica la legge n.225/1992. Questo consisterebbe in parole povere di potere accedere al “ Fondo per l’ emergenze nazionali” che permetterebbe l’utilizzo di somme utili per poter fronteggiare tale emergenza.

Richiesta per la reintroduzione della riconferma delle giornate per i braccianti agricoli assunti presso le aziende danneggiate dalla calamità naturale. Questo procedimento permetterebbe ai braccianti agricoli di ricevere la disoccupazione agricola.

Richiedere l’esonero per le calamità alle aziende agricole ex decreto legislativo 29 marzo 2004, n.102, come modificato dal decreto legislativo18aprile 2008, n.82. Con modifiche e integrazioni alla circolare n.35 del 6 marzo 2006. Questo permetterebbe all’imprese agricole l’esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali propri e per i lavoratori dipendenti, in scadenza dei dodici messi successivi alla data in cui si è verificato l’evento. Uno dei requisiti minimi è quello di avere subito danni superiori al 30 per cento della produzione lorda vendibile, come nel nostro territorio. Auspichiamo che tutto ciò venga realizzato al più presto, che ognuno si assumi le proprie responsabilità, affiche si proceda al vero bene della collettività. A mio modesto parere si devono ringraziare tutti coloro che si sono prodigati, mobilitati a fare il modo che tutto rientri nella normalità della quotidianità per dare spazio ad un vissuto economico di rialzarsi per permette alla popolazione di sostenersi e potere vivere una vita dignitosa. Luca Risuscitazione