Siglato il Protocollo di Intesa della Prefettura di Ragusa, “Cura Legalità Uscita dal ghetto”
- di Redazione Il Solidale
- 5 dic 2019
- LAVORO
RAGUSA - Sottoscritto il Protocollo di Intesa promosso dalla Prefettura di Ragusa, in attuazione del Protocollo interministeriale del 27 maggio 2016 “Cura Legalità Uscita dal ghetto”, nel corso del tavolo tecnico permanente convocato martedì 3 dicembre, presieduto dal Prefetto Filippina Cocuzza e ed al quale hanno partecipato i vertici provinciali delle Forze di polizia e del Corpo Forestale, i Sindaci dei Comuni di Ragusa, Acate, Comiso, Ispica, Santa Croce Camerina e Scicli unitamente alla Commissione straordinaria del Comune di Vittoria; i rappresentanti dell’INPS, dell’’INAIL, dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro, dell’Ufficio Provinciale del Lavoro, dell’ASP, delle Organizzazioni Sindacali, delle Associazioni datoriali, del CPIA, dell’OIM – Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, della Caritas e della coop. Proxima. Il Protocollo riveste una importanza strategica considerati tutti i diversi aspetti correlati al fenomeno del “capolarato” che involge numerosi ambiti oltre a quello del diritto alla regolare costituzione del rapporto di lavoro, inteso quale valore sociale e non solo quale mero rapporto economico. Investe, infatti, le problematiche della sicurezza, della salute, della legalità , del trasporto dei lavoratori anche al luogo di lavoro, il cosiddetto “capolarato dei servizi” nonché il problema della dispersione scolastica e dell’inserimento sociale e abitativo dei lavoratori. I ghetti, i luoghi dove c’è una alta concentrazione di soggetti che vivono in condizioni di degrado e disagio finiscono irrimediabilmente col favorire l’infiltrazione della criminalità organizzata e provocare problemi di ordine pubblico. Il Protocollo, pertanto, è finalizzato a mettere in campo una serie di azioni volte a porre rimedio alle ingiustizie sociali che si consumano nel territorio ragusano, territorio ad altissima vocazione agricola e con una fortissima presenza di manodopera straniera, soprattutto femminile, meno retribuita, cui si associa, purtroppo, in alcuni casi, anche allo sfruttamento di carattere sessuale. Gradita e significativa la presenza alla sottoscrizione dell’Assessore della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Sicilia, Antonio Scavone, che ha evidenziato come il tema dello sfruttamento lavorativo nelle aree rurali possa essere strettamente connesso ai gravissimi fenomeni di violenza di genere sui quale la Regione sta intervenendo anche attraverso la predisposizione di sistemi digitali con i quali le vittime potranno più agilmente segnalare la loro situazione. Nel corso dell’intervento, l’Assessore ha anche sottolineato l’importanza di rafforzare il ruolo del Centro per l’Impiego, quale fulcro centrale del lavoro legale, ed ha espresso forte apprezzamento per il presidio sanitario mobile attivato dall’ASP, assicurando che la Regione Siciliana condividerà nei prossimi giorni con la Prefettura i idonei interventi finanziari atti a sostenere le azioni previste dal Protocollo. Il documento pattizio sottoscritto scandisce con modalità strutturate le diverse fasi del percorso virtuoso già individuato nei precedenti incontri che hanno visto istituzioni e parti sociali unite per individuare le migliori strategie finalizzate a contrastare i fenomeni dello sfruttamento lavorativo e del caporalato individua, fra gli aspetti di prioritario interesse, la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di reclutamento informale e di intermediazione illecita della manodopera nel settore agricolo, favorendo la promozione e la diffusione della cultura della legalità e la valorizzazione della filiera agroalimentare ragusana, anche attraverso l’attivazione della Sezione territoriale di Ragusa della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, sostenendo la valorizzazione delle aziende impegnate nelle attività di contrasto del capolarato. Per intervenire in particolare sulla situazione della provincia di Ragusa, il cui settore agricolo come noto è caratterizzato in particolare dalle coltivazioni in serra e con una elevata concentrazione di lavoratori di origine straniera, il Protocollo prevede, fra l’altro, l’avvio di un presidio medico itinerante, che favorisca la tutela della salute dei lavoratori e l'attivazione di uno sportello dedicato al collocamento pubblico in agricoltura, coordinato dal Centro per l’Impiego di Ragusa e rivolto ad aziende e lavoratori, con l'obiettivo di conoscere e definire il fabbisogno di manodopera ed individuare le competenze dei potenziali lavoratori, creando un efficace incontro domanda-offerta. Altri aspetti, poi, fanno riferimento alle azioni previste nel protocollo già sottoscritto presso la Prefettura in data 27 luglio 2016 su “Contrasto alle infiltrazioni criminali nel mercato dei prodotti agroalimentari” ed alla possibilità di destinare beni immobili pubblici, anche confiscati alla criminalità organizzata, attraverso finanziamenti ad hoc a valere sul PON Legalità nonché ad iniziative volte a favorire l’integrazione e l’inclusione sociale della manodopera straniera impiegata in agricoltura. Nell’occasione, il Prefetto ha dato, altresì, atto ai rappresentanti delle Forze di polizia del notevole e costante impegno profuso in diverse e continue operazioni di polizia che hanno contribuito ad una efficace azione di repressione dei fenomeni di illegalità nell’intermediazione della manodopera e nella gestione del rapporto di lavoro, operando anche arresti di imprenditori agricoli e sospensioni dell’esercizio dell’attività d’impresa, contribuendo così a promuovere la cultura della legalità e della sicurezza nei rapporti di lavoro nel settore agricolo. Il Questore di Ragusa, in proposito, ha anche evidenziato l’importanza di affiancare all’attività di repressione, svolto quotidianamente dalle FF.OO., un costante lavoro di prevenzione, che grazie alla presenza di interlocutori privilegiati, consentirà di intervenire pienamente sul tema dello sfruttamento. Sul piano della prevenzione, è stato anche sottolineato, l’importante contributo che deriverà dagli impianti di videosorveglianza di prossima realizzazione nelle aree rurali di questa provincia grazie ai finanziamenti richiesti dal Comando Regionale del Corpo Forestale a valere sul PON Legalità. La sottoscrizione del Protocollo oltre a confermare l’impegno delle Istituzioni, Organizzazioni e Parti sociali coinvolte, per la promozione del lavoro regolare in agricoltura, quale settore centrale per “Un passo avanti nella governance e verso l’integrazione”, capofila la Prefettura di Ragusa, volto a favorire la prevenzione e l’emersione dei fenomeni di sfruttamento lavorativo, caporalato e lavoro sommerso. Il lavoro “irregolare” favorito, peraltro, dalla perdurante crisi economica, mortifica la dignità umana tanto di chi lo subisce anche se sceglie di farlo, quanto di chi lo pratica. Favorisce l’evasione contributiva e fiscale, realizza una intollerabile concorrenza sleale in danno delle aziende virtuose. Occorre, quindi, avviare una profonda rivoluzione culturale mettendo in pratica ogni iniziativa utile, tenendo presente che il lavoro regolare spesso non è così “oneroso” come si vorrebbe far credere e soprattutto restituisce dignità e rispetto ai lavoratori e alle loro famiglie oltre ad essere un preciso dovere morale che deve passare attraverso la collaborazione di tutti i livelli istituzionali con interventi mirati di breve, medio e lungo periodo che affrontino in modo efficace tutti gli aspetti connessi al fenomeno.