"Il linguaggio che nasce dall'anima"

  • di Redazione Il Solidale
  • 23 set 2015
  • CULTURA

"Il linguaggio che nasce dall'anima"

Ogni giorno che passa aumenta la consapevolezza che l’essere umano è un insieme inscindibile di corpo e mente. Non basta, cioè, curare il corpo per costruire una cura di sé, né basta dedicarsi solo alla mente. Il corpo e il cervello comunicano fra loro e si influenzano reciprocamente, nella salute come nella malattia. Ciò che li unisce e fa da ponte tra loro è il linguaggio che nasce dall’anima, come sapevano bene i mistici e i saggi dell’antichità.
In “Sette storie per l'anima”, Costanza Savini propone un percorso terapeutico fatto di storie e di esercizi che curano l’individuo attraverso la parola, di cui, l’autrice, riscopre l’intima magia e il profondo significato simbolico.
Ogni manifestazione della vita spirituale dell’uomo si può intendere come linguaggio, infatti a tal proposito Walter Benjamin affermava che “La parola, se ben studiata è qualcosa che ci mette in contatto con noi stessi e ci cura”.
“Questo – scrive Costanza Savini - dimostra la forza di certi racconti che non è spiegabile con la ragione ma si tratta di una specie di magia che si irradia in chi legge e in chi si lascia pervadere da narrazioni capaci di curare attraverso il linguaggio”. E le “Sette storie per l'anima” di Costanza Savini ne sono un esempio concreto.
È attualmente in corso la traduzione in lingua inglese per internazionalizzare l’opera, che a novembre 2015 verrà destinata a un pubblico di professionisti medici europei che lavorano nell’ambito della Terapia Intensiva e della Terapia del Dolore. Il volume sarà divulgato in otto paesi europei.
Anch’io ho dato il mio contributo al testo poiché l’autrice ha voluto fortemente delle testimonianze da parte di chi avesse qualcosa da esprimere attraverso la parola ed io ho accettato di scrivere il mio essere, approfondendo i temi della cultura e del riconoscimento dell’altro in quanto essere umano.
A gennaio 2016 Costanza Savini pubblicherà l’ultima sua opera dal titolo “Ismail e il Grande Coccodrillo del Mare” al quale ho dato una testimonianza forte del mio vissuto raccontando esperienze che personalmente ho sperimentato nella mia vita e che mi hanno profondamente segnato.
Ismail e il Grande Coccodrillo del Mare - tratto per la maggior parte da una storia vera ovvero la vicenda di A., ragazzo giunto in Italia su un barcone e seguito poi in una comunità di accoglienza dall’autrice stessa - racconta, appunto, la storia di un ragazzo la cui nazionalità è volutamente non specificata in quanto simbolo dell’essere “errante”, profugo e clandestino per ragioni politiche, civili o ideologiche, poco importa in un testo dove non c’è spazio per buonismi.
Così si snoda la storia di Ismail, un ragazzo dal nome evocativo, poiché sia biblico che mussulmano insieme. Una Storia con la S maiuscola, poiché tocca un tema vivo e “sanguinante” del nostro XXI secolo e cioè un “pezzo di mondo” che si sposta verso un “altro pezzo di mondo”. Ma la storia parla anche della cosiddetta tratta di “carne umana” da parte dei trafficanti di uomini e, al tempo stesso, è strutturata come un “giallo” denso di riflessioni per tutti i lettori adolescenti o adulti.
Il viaggio di Ismail si svolge in camion, poi su un barcone sconquassato fino a raggiungere l’Italia attraverso un percorso pieno di peripezie, di pericoli e di incontri minacciosi. Ma è proprio su quella barca che tiene a malapena il mare, che il ragazzo farà una conoscenza che si rivela decisiva per la sua vita. Gli si avvicina una giovane donna misteriosa, dai capelli bui come una notte senza stelle, che gli svela molte cose sul suo conto. Cose che Ismail stesso ignora aprendo così la sua vicenda a ulteriori e innumerevoli colpi di scena.
La storia è destinata ai ragazzi e agli adulti. I temi trattati sono molteplici quali la multietnicità, i migranti, i profughi di guerra e chi, come i trafficanti di esseri umani, ne fa mercimonio. E’ profondo anche il tema che riguarda la forza del legame con le proprie radici e le proprie origini, con la terra e i suoi poteri. Ulteriori argomenti analizzati nel racconto riguardano la solidarietà tra giovani coetanei, il valore curativo dell’arte, tanto per il corpo quanto per lo spirito, e il potere della scrittura come “pratica o esercizio spirituale”.
Il Grande Coccodrillo del Mare con cui Ismail si deve confrontare, è la metafora di quel lato oscuro insito in ognuno di noi, di quella polarità contraria presente in ogni essere, insieme a quella più smaccatamente positiva. E’ la forza demoniaca del mare, sempre mutevole e imprevedibile. Ma a un tempo rappresenta anche i cacciatori di mani ovvero quelle autorità che esercitano il loro potere in modo ottuso e arbitrario. Il grande coccodrillo del mare è anche l’inquietudine che muove i passi di Ismail da un luogo all’altro sempre in cerca di qualcosa e, infine, è Il Viaggio di migliaia e migliaia di uomini, donne e bambini poiché la libertà, il desiderio, la speranza e il potere dei sogni sono le energie che da sempre muovono la vita di ognuno, in ogni luogo e in ogni tempo. Da questa idea il testo: Ismail e il Grande Coccodrillo del Mare. Per leggere la storia di Ismail si dovrà aspettare l’uscita del libro prevista per gennaio 2016 anche se nell’attesa vi consiglio di tuffarvi nella lettura meditativa di “Sette storie per l’anima – parole come rimedi”. Giovanni Discolo