Al Carcere "solidale" di Piazza Armerina, padri e i loro figli si sono incontrati per giocare a calcio

  • di Redazione Il Solidale
  • 19 dic 2019
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Al Carcere "solidale" di Piazza Armerina, padri e i loro figli si sono incontrati per giocare a calcio

PIAZZA ARMERINA - Padri e figli insieme, oltre le sbarre, per giocare a calcio. Anche la Casa circondariale di Piazza Armerina, per la prima volta e nonostante non abbia un vero e proprio campo sportivo, ha aderito all’iniziativa promossa a livello nazionale presso gli Istituti Penitenziari dall'Associazione "Bambini Senza sbarre". Alla proposta, giunta alla sua settima edizione, hanno aderito quest'anno settanta istituti penitenziari e, fra questi, per la prima volta, superando le difficoltà legate alla mancanza di un vero e proprio campo sportivo, il carcere di Piazza Armerina. Il tutto per consentire quanto vi è di più semplice e naturale, una partita fra padri e figli. Hanno partecipato all’evento anche i familiari dei reclusi,  fra cui bambini di ogni età, che hanno invaso la rotonda dell'istituto, accolti dal direttore dell'istituto penitenziario armerino Antonio Gelardi che ha ringraziato non solo gli organizzatori, ma anche il personale di Polizia penitenziaria e gli educatori che si sono spesi per la realizzazione degli eventi. Per l'occasione, la rotonda del carcere di Piazza Armerina è stata trasformata in spazio scenico per ospitare, in concomitanza, anche il progetto "GiochiAmo a giocare", promosso a livello locale da Caritas e Caritas Young di Piazza Armerina che, assieme ai giovani volontari, hanno curato l'animazione della giornata con giochi, musica e canti. È stato anche  messo in scena un breve spettacolo, a cura dei detenuti ospiti della struttura, sotto la scrupolosa guida di Stefania Libro e Samantha Intelisano che da qualche mese hanno avviato un laboratorio teatrale nello stesso carcere, mettendo in scena la breve performance di un pagliaccio, con brani tratti dal Piccolo Principe, arricchiti pure da due brani musicali. La lodevole manifestazione, conclusasi con un momento conviviale e un rinfresco offerto dalla Caritas, si prefiggeva di "accorciare la distanza tra padre e figli la cui relazione si modifica per adattarsi alla struttura contenitiva del carcere e ai conseguenti limiti che si frappongono alla naturale espressione dell'affettività". Il direttore della Casa circondariale di Piazza Armerina,  Antonio Gelardi, il quale ha annunciato che "la partita di calcio tra genitori e figli è una iniziativa che vogliamo ripetere... Iniziative di questo genere che restituiscono naturalezza ai momenti di  incontro  si inseriscono, pertanto, nel solco della tutela della genitorialità che costituisce parte della mission dell'amministrazione penitenziaria”.