"Quale coerenza...."
- di Redazione Il Solidale
- 25 set 2015
- OPINIONI
Mineo. “Quale coerenza…?”. È questo il titolo che possiamo attribuire al nuovo capitolo della politica menenina, che negli ultimi giorni in particolare ha vissuto delle spettacolari piroette da parte di colui che dovrebbe rappresentare la serietà delle forze politiche locali. Annunciare le dimissioni urbi et orbi (sul social network e su volantini) dalla carica di presidente e di consigliere comunale come “gesto distensivo” e poi far ritorno sui suoi passi, compiendo “una veronica” alquanto maldestra degna del peggiore giocoliere, non fa altro che gettare discredito sulla politica che negli ultimi tempi, sia su base locale che regionale, non gode certamente di buona salute. Tale condizione generale è certamente generata dalla mancanza di coerenza e quindi di credibilità di quanti, gattopardescamente parlando, dicono di cambiare tutto per non cambiare effettivamente nulla. È ciò che avviene nella cittadina di Mineo, dove il presidente del consiglio Salvatore Barbagallo, uscendo da una dimensione internettiana, ritorna sulla scena con spirito ardimentoso preannunciando dure iniziative politiche contro il Sindaco Anna Aloisi, e mandando così “lo spirito di pacificazione in paradiso”. Prosit! Barbagallo afferma: “mi avvio, sentito il Segretario Comunale, a convocare un ultimo consiglio comunale per sfiduciare il Sindaco Aloisi”. Salta visibilmente agli occhi come il suo ultimo obiettivo sia quello di abbattere l’avversario politico. Mineo, così come tanti altri centri della Sicilia e del Calatino Sud Simeto, sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia recente: crisi dell’agricoltura per gli ultimi nubifragi, incertezza sul futuro lavorativo dei dipendenti del Nuovo Cara Mineo, aumento dei disagi fra le fasce sociali più deboli. Da Barbagallo ci saremmo aspettati, in questo sua “Nuova Risurrezione”, una profonda attenzione sui problemi reali e non l’ennesimo proclamo belligerante contro l’avversario politico. Le sue dimissioni riteniamo avrebbero certamente indotto la classe politica locale a rivedere le proprie posizioni e i propri atteggiamenti probabilmente con l’effetto di accantonare l’odio e le divisioni degli ultimi tempi. Questo suo atteggiamento non fa altro che gettare il paese nell’indeterminatezza e nell’irrilevanza, poiché l’eventuale approvazione della mozione di sfiducia consegnerebbe il paese nelle mani di un commissario regionale, il quale, oltre ad annullare la sovranità popolare espressa con il voto di due anni fa, agirebbe senza una costante interlocuzione con le forze politiche e la cittadinanza. Molti centri, infatti, dalle esperienze commissariali sono usciti rasi praticamente al suolo, poiché annullati nella loro vivacità amministrativa e nella partecipazione politica.
Questo fatto ci conferma, come temevamo nell’articolo precedente, che la politica menenina stia ormai seguendo le orme di Pulcinella, poiché i politici con la P maiuscola ci hanno insegnato che le dimissioni non si preannunciano, bensì prima si compiono e poi si comunicano. Auspichiamo, a questo punto, che questo teatrino possa esser giunto al suo atto finale, perché Mineo ha bisogno di gente che trovi soluzioni per i suoi cittadini e non di avventurieri sui quali aleggerebbe sempre il legittimo dubbio della coerenza. R.S