Per la poetessa Santi Sfragano oggi c'è un altro comandamento: restate a casa, ma vicini a Dio
- di Redazione Il Solidale
- 19 mar 2020
- OPINIONI
"Restate a casa", è diventato l'undicesimo comandamento.
Anzi di più, è diventato il primo.
La vita al primo posto.
A costo di rubare il primo posto a Dio.
Giusto, giustissimo attenersi alle regole che ci aiutano a non mettere in pericolo la nostra vita, e soprattutto quella degli altri: dei più deboli, degli anziani...
Però anteporre la nostra vita a Dio è pura follia!
È come se un'opera d'arte, una scultura, ancora abbozzata, si sentisse completata e volesse fare a meno dello scultore. Colui che l'ha plasmata, ma ancora non l'ha terminata.
Questa esperienza pandemica ci insegna che siamo fragili, tutti; che siamo mortali (sì perché quando tutto va bene lo dimentichiamo), che non siamo Dio.
E se spesso facciamo tanto i gradassi, è in situazioni come questa che invece dobbiamo raccogliere l'ultimo briciolo di umiltà che abbiamo nascosto, chissà in quale angolo remoto della nostra anima, e riconoscere il nostro niente di fronte l'onnipotenza di Dio.
Certo, Dio non si cerca solo al momento del dolore.
Dio si cerca per gioire, cosicché anche il dolore possa trasformarsi in gioia.
D' innanzi ad un amore sconfinato che Dio ha per ciascuno di noi, questo dovrebbe bastare per essere gioiosi e speranzosi, sempre.
«Maestro, non t'importa che moriamo?», si legge al capitolo 4 del vangelo di Marco, quando gli apostoli sono in preda alla tempesta sulla loro barca.
Signore, svegliati? Urlano gli apostoli.
Signore, dove sei in questo momento di grande difficoltà, urliamo noi.
Gesù, dorme.
Dio non risponde.
La cosa non ci consola mica.
Ma poi, d'un tratto, "Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?»."
Sì è vero, abbiamo paura. Non abbiamo ancora fede.
Cosa vuol dire nel nostro caso non avere ancora fede?
Vuol dire forse che dobbiamo essere sicuri che tutto andrà bene? Così come si legge negli striscioni vergati da arcobaleni che molti hanno appeso ai balconi?
Oppure, e qui mi scappa una risata amara, appendendo dei cornetti rossi per allontanare il Covid 19.(!)
Ma quando Dio tornerà sulla terra, troverà ancora la fede?
Secondo me, troverà solo paura e tanta, ma proprio tanta superstizione.
E allora cosa vuol dire che dobbiamo avere fede?
Significa che anche se non tutto andrà bene, perché per diverse famiglie è proprio così, vedi i morti a Bergamo, ciò non deve farci vacillare; non deve farci morire prima che la morte ci raccolga davvero.
Quindi cos'è che ci salva?
C'è una frase che mi rimbomba sempre nella testa, durante i momenti di difficoltà: "Siamo in questo mondo, ma non siamo di questo mondo", parola di Gesù (Cfr. Gv 17, 14).
Pensare che la morte non è l'ultimo atto della vita.
Che il nostro non è il Dio dei morti ma dei viventi.
Che Dio ci ha creati per la vita eterna e non per la morte.
Questo ci salverà.
Ci salverà, dunque, la certezza che tutto passa e solo Dio resta.
E se Dio resta, resterà il Tutto.
Se il Signore sarà il mio pastore, non mancherò di nulla, recita il salmo 23.
Ci salverà, la certezza che Gesù è risorto, per questo ogni anno ci accostiamo a celebrare la Pasqua, cioè il passaggio dalla morte alla vita.
Questa è la fede alla quale dobbiamo anelare!
Credere nella vita.
Quella vera.
Quella che non muore.
Quella alla quale tutti siamo chiamati a godere.
Coraggio, nemmeno una nostra lacrima, nemmeno un nostro capello andrà perduto.
Ma solo uniti al Signore saremo certi di non perdere mai la vita.
"Tutto concorre al bene per coloro che amano Dio" (Rm cap. 8).
Ma non dimenticate che senza Dio non c'è scampo!
Per questo il mio primo comandamento è e rimane:
"Io sono il Signore tuo Dio, non avrai altro Dio fuori di me".
Il mio Dio è il possessore della mia vita.
Se possiedo Dio, puoi scommetterci, che andrà tutto bene prima o poi.
Se non in terra, in cielo!
Santi Sfragano - 19Marzo2019 - © Copyright