19 marzo: a Niscemi, san Giuseppe si prega solamente, ma sempre con grande devozione

  • di Redazione Il Solidale
  • 19 mar 2020
  • EVENTI

19 marzo: a Niscemi, san Giuseppe si prega solamente, ma sempre con grande devozione

NISCEMI - La festa di San Giuseppe si è sempre tramandata in città nel corso del tempo di generazione in generazione per i forti sentimenti di fede popolare e tradizione. Ma quest’anno per l’emergenza sanitaria del Coronavirus è stata annullata per evitare affollamenti di persone che potrebbero determinare condizioni di contagio del temuto Covid-19. Le celebrazioni in onore del Santo vengono curate annualmente dalla Parrocchia San Giuseppe, mentre gli Altari vengono allestiti dalle famiglie per voto ed anche da parrocchie e comunità. Lo scorso anno sono stati 17 gli altari in onore del Santo, 1 in più rispetto al 2018, due in più rispetto ai 15 altari del 2017, uno in più rispetto al 2016, ma sei in meno rispetto ai 23 del 2015, quattro in più rispetto ai 13 del 2014,  11 in meno rispetto ai 28 del 2013 ed oltre la metà in meno rispetto agli anni passati nei quali venivano allestiti in media dai 29 ai 35 altari. Una riduzione di oltre la metà degli altari non dipendente sicuramente da una flessione dei sentimenti di fede e delle tradizioni popolari in onore del Santo, ma dalla crisi economica che non consente alle famiglie la possibilità di sostenere le spese per l’allestimento degli altari. Gli Altari vengono allestiti al piano terra delle abitazioni con tende pregiate e veli, con al centro la statua del Santo e sui quali vengono realizzati ruscelli e collocate pietanze alimentari di ogni genere, come il pane, la pasta, la frutta, dolci di ogni tipo, generi alimentari a lunga conservazione ed anche prodotti tipici locali. Gli Altari sono sempre visitabili sin dalla sera del 18 marzo, dopo le luminarie, fino al 19 marzo a mezzogiorno, davanti ai quali pranzeranno i “Santi”, simbolo di Gesù bambino, della Madonna e San Giuseppe, i quali vengono scelti tra le persone bisognose della città. Le luminarie vengono accesi nelle vicinanze degli altari e negli incroci della città la sera del 18 marzo alle 18. E sui resti delle luminarie vengono poi posti carciofi e salsiccia che vengono offerti in degustazione con sorseggi di vino casereccio. Parte delle pietanze esposti negli altari vengono poi donate dalle famiglie che hanno allestito gli altari e vendute all’asta nel primo pomeriggio del 19 marzo. "Viva San Giuseppe".  Alberto Drago