Colf e badanti ai tempi del Coronavirus. Il Decreto "Cura Italia" dimentica il vero pilastro del welfare italiano.

  • di Redazione Il Solidale
  • 30 mar 2020
  • OPINIONI

Colf e badanti ai tempi del Coronavirus. Il Decreto "Cura Italia" dimentica il vero pilastro del welfare italiano.

In queste settimane siamo tutti chiamati ad esprimere la nostra opinione e ad attenzionarci tutti a rimanere a casa per evitare la diffusione del Covid 19 ma un Movimento come il nostro deve tornare a tutelare il lavoro e la persona soprattutto in questa fase difficile segnata dalle morti e dalla perdita del lavoro. Già perché a perdere il lavoro e quindi la dignità sono tanti soprattutto colf e badanti.  Nel nostro Paese i lavoratori domestici sono 850 mila senza contare gli invisibili ma restano fuori dal decreto Cura Italia. Per questa categoria non è stata previsto alcun sostegno economico. Nell’ultimo anno in verità si è registrato un aumento delle regolarizzazioni per via dei molti controlli ma contemporaneamente molti sono stati i rapporti interrotti. A pagare il prezzo piu’ alto sono le badanti che convivono con le persone che assistono, rischiano di perdere vitto e alloggio oltre allo stipendio perché molte di queste persone vanno a vivere con un familiare o finiscono in ospedale. Ma anche chi lavora a ore è in difficoltà perché gli italiani stando in casa possono occuparsi di figli e anziani. Il ministero del Lavoro e il Mef stanno mettendo a punto un decreto attuativo per consentire a queste categorie, escluse dalla cassa integrazione in deroga, di accedere al fondo per il ‘reddito di ultima istanza’, previsto dall’articolo 44 del Cura Italia e destinato ad aiutare i lavoratori che non hanno tutele, garantendo un’indennità di 600 euro per il mese di marzo ma questa è ovviamente è una misura che riguarda chi ha un contratto, per gli invisibili c’è veramente poco da fare. Un sistema di caporalato che si allarga sempre di più in questo ambito lavorativo e la difficoltà di frenarlo diventa sempre maggiore. Vediamo nel concreto qualche dato a causa del Covid 19. Le associazioni dei datori di lavoro stimano che in queste ultime settimane quasi 250 mila badanti non lavorano e circa 8 mila che sono tornate nei loro paesi di origine. Se aumentassero i licenziamenti molte persone potrebbero lasciare l’Italia e il rischio è che quando il Coronavirus sarà passato le famiglie italiane si trovino davanti uno scenario di bassa offerta. Già quel sistema assistenziale su cui moltissime famiglie italiane si sono rette dal 2009 ad oggi, data dell’’ultima della regolarizzazione per colf e badanti. In questo mondo sommerso del lavoro domestico, il vero timore è quello di essere considerate persone di serie B nell’emergenza sanitaria che l’Italia sta vivendo. Ci ritroviamo ancora a fare i conti con una quasi totale disattenzione nei confronti delle persone che per anni hanno badato ai nostri anziani quando nessuno di noi italiani voleva farlo. Forse non ci siamo resi conto della loro importanza, di questo lavoro come il vero pilastro del welfare e se nelle prossime settimane non si troverà una soluzione alla ripresa della quasi normalità non ci sarà più assistenza per i nostri cari.   Maria Pangaro