"No Pietro, non ci siamo dimenticati di te!". Simona Agrodolce ricorda la "Giunta"

  • di Redazione Il Solidale
  • 12 apr 2020
  • OPINIONI

"No Pietro, non ci siamo dimenticati di te!". Simona Agrodolce ricorda la "Giunta"

No Pietro, non ci siamo dimenticati di te! 

Un tiepido pomeriggio di Primavera, subito dopo pranzo, la Santa Domenica di Pasqua.

Nell'antico e popoloso quartiere del centro storico di San Pietro, c'è la chiesa dedicata al primo dei discepoli di Gesù e considerato il primo Papa. Ricostruita dopo il terremoto del 1693, la Chiesa di San Pietro è resa particolare dalla sua facciata in stile neogotico, ispirata a Notre Dame e imponente con i tre colori della maiolica calatina: il verde, il giallo e il blu. Al suo interno, una statua attende di essere preparata per la festa e di uscire fuori dalla sua Chiesa, portata dalla fedele famiglia che ogni anno, con devozione, permette il rinnovarsi della tradizione.

Già si vede Pietro, con i suoi calzettoni rossi, sente le campane suonare. La gente lo acclama mentre percorre la strada a lui dedicata. I bimbi stanno in braccio o sulle spalle ai papà o ai nonni, in attesa di scorgere quel testone con l'aureola e le chiavi nella mano sinistra, lui San Pietro.

Già si immagina Pietro, vicino ad un ponte secentesco, un capolavoro di ingegneria, una delle sette meraviglie di questa affascinante città ed ecco che gli appare il Cristo: è veramente Risorto. San Pietro lo vede e non trattiene la gioia. Deve correre, deve andare ad avvisare la Madre di Gesù. Sale su, verso la Piazza Municipio. Anche lì molta gente lo attende: caltagironesi, turisti, figli esuli tornati per la festa. Tutti ai piedi del Municipio, in Piazza, sui gradini della Galleria Luigi Sturzo ma soprattutto sui quei 142 gradini in pietra lavica decorati in maiolica, che narrano dieci secoli di storia calatina, fatta di dominazioni ma non di schiavitù, di popoli che ci hanno conquistato ed arricchito culturalmente.

Proprio ai piedi della Scala, dalla Via Luigi Sturzo, una delle due ali dell'aquila calatina, una Donna vestita a lutto avanza con un fazzoletto in mano: è Lei, Maria. Tre volte Pietro aveva rinnegato Gesù quella orribile notte nel pretorio. Ora tre volte si inchina a Maria per annunciare a Lei e tutti la Resurrezione, e ad ogni inchino la folla prontamente risponde "Viva Maria". Torna un po' indietro Pietro e va a chiamare Gesù. La Madre vede il Figlio Risorto, il manto nero cade e rivela un tessuto color cielo ornato di stelle, che ricorda quello dipinto sulla tavola della Conadomini e quello apparso alla fonte nel quartiere del Ponte, nel 1572, mentre Maria allarga le braccia verso suo Figlio.

A' Giunta, l'incontro si è ripetuto! Una voce grida: "Gloria! Alleluja! U Signuri è risuscitatu, a Maronna  nun u sapia e San Pietro ciu ia dicia".

Già li nota Pietro: dal Palazzo dell'Aquila si affacciano il Sindaco ed il Vescovo rappresentanti del potere temporale e spirituale. Pronunciano i loro discorsi e rinnovano gli auguri di una Santa Pasqua. Le tre statue protagoniste della Giunta, si preparano per la Spartenza: prendono commiato, ognuna di esse deve ritornare alla propria Chiesa.

Già aspetta Pietro, dentro la sua Chiesa trepidante. Si sta facendo tardi, perchè nessuno lo prepara? Non è forse la Domenica di Pasqua? Lo hanno forse dimenticato? No Pietro, non ti abbiamo dimenticato. Oggi è la Domenica di Pasqua ed il Signore è veramente Risorto. Ma noi purtroppo, siamo chiusi dentro le nostre case e tu nella tua Chiesa. Un flagello improvviso si è abbattuto su tutti noi. I turisti non potranno venire e neppure i figli che hanno dovuto lasciare questa città per studio o per lavoro. La Piazza era pronta sai? Aveva passato parte dell'inverno a rimettersi a nuovo per  l'occasione. Il Sindaco e gli assessori non ci saranno lì sul balcone e nemmeno il Vescovo, coinvolto in prima persona da questo flagello che ci tiene tutti lontani. Ma noi ti amiamo Pietro e se non realmente, almeno virtualmente stai girando, nei nostri cuori, nelle nostre menti e sui social, in attesa di vederti di nuovo dal vivo, fiero e maestoso correre con il tuo mantello, risorti anche noi e più consapevoli, forse, di come anche una tradizione antica data per scontata, sia invece qualcosa di eccezionale.   Simona Agrodolce