Santi Sfragano: "Pasqua senza sacramenti, Pasquetta senza sarmenti e carne da arrostire"
- di Redazione Il Solidale
- 13 apr 2020
- OPINIONI
La Santa Pasqua e la Pasquetta che abbiamo vissuto in questi giorni, dell'anno 2020, sono state qualcosa di inimmaginabile. Pasqua senza sacramenti, Pasquetta senza sarmenti e carne da arrostire. Certo l'importanza della prima mancanza non può sostituire la seconda, ma anche quello per molti è un rito che è stato dissacrato. Ovvio, non sarà la fine del mondo. Ci sono cose peggiori nella vita. Però la nostra routine quotidiana è andata in frantumi, è un po' ci sentiamo rotti dentro. Ciò che io chiamerei "potatura" dell'uomo. Spezzare la routine significa fare girare la nostra vita al contrario, dal lato opposto, quello su cui, senza il Covid 19, non avremmo mai virato. Ci vogliono delle grandi sferzate, affinché si cambi rotta. Perché non lo abbiamo fatto prima, quando pensavamo di essere liberi? Cioè, fermarci per un attimo, contemplarci dentro, interrogarci, scrutarci. Siamo così estranei a noi stessi! Prigionieri delle nostre abitudini e di molti luoghi comuni. Proiettati tutti su "altro" (le distrazioni del mondo) ma esiliati da noi stessi. Dall'amore che ci portiamo dentro che ci arde e ci consuma se non lo riversiamo su qualcuno. È inutile dirlo. Ci è mancata la celebrazione eucaristica dal vivo, gli auguri scambiati sul sagrato della chiesa, le campane che ci suonavano sulla testa, l'odore dell'incenso, il segno della pace stringendoci le mani... C'è mancata la nostra Caltagirone colma di cittadini e turisti riversati per le strade ad assistere alle mirabolanti corse di San Pietro che cerca Maria per dirle che Gesù è risorto. Sono tante le cose che in questi giorni e in questa festa ci sono venute a mancare. Tutte cose date per scontato, avvenimenti che non sarebbero mai mancati in occasioni normali. Ma oggi, stiamo vivendo lo stra-ordinario cioè il fuori dall'ordinario e quando qualcuno o qualcosa viene a stravolgere la nostra ordinarietà è in quei momenti che riusciamo a poggiare lo sguardo su di noi, ci guardiamo dentro, ci interroghiamo, scaviamo negli anfratti della nostra anima... Solitamente lo facciamo così poco. Oggi abbiamo la possibilità di farlo ancora di più, quasi fino a farci male. Ma la Resurrezione di Cristo, tanto per restare in tema, ci ricorda che dal male può anche venire fuori il bene. Gesù ce lo ha dimostrato bevendo tutto il calice del dolore dell'umanità fino alla feccia, per dimostraci che in fondo a quel dolore c'è una grossa perla: la rinascita, la ripartita, la rimessa in gioco in un corpo e un'anima trasformato dal dolore, trasfigurati dall'amore. Infatti, in questo tempo di sofferenza, abbiamo assistito a tante trasfigurazioni di amore, da tutto il personale sanitario, dai sacerdoti, dalle associazioni di volontariato e anche dai privati che hanno donato quello che hanno potuto, pur di dimostrare la loro solidarietà, la voglia di farcela... Sì è vero, non abbiamo partecipato alla nostra usuale Santa Messa ma, in questi giorni, migliaia di "Pasque" si sono celebrate e si continuano a celebrare..."passioni" e "resurrezioni" non ce ne mancano. Io penso che ogni giorno stiamo celebrando messa dal vivo, prendendone parte così profondamente come non lo abbiamo mai fatto. È più di un mese che si celebra messa, senza sosta, nelle corsie degli ospedali e anche nelle nostre case. Succedeva pure prima, solo che la normalità non ce lo ha fatto mai notare. La sofferenza, purtroppo, c'è sempre stata e fino alla fine del mondo ci sarà. Ma grazie a questa pandemia ce ne siamo accorti, il nostro cuore è tornato a vivere il dolore dell'altro, è tornato a palpitare di pietà... Una pietà che alla fine di questo memorabile periodo ci presenterà al mondo, diversi, rinnovati, quasi purificati. Certo, ancora per un po' il nostro imperativo è Restare a casa! Però, quando potremmo di nuovo uscire, continuiamo a rimanere non più a casa, ovvio, ma rinnovati, trasfigurati, altrimenti questo dolore non avrà dato alcun frutto. E non c'è dolore più grande del dolore di un parto senza trovarti fra le braccia il frutto di quel dolore: quella vita nuova che profuma di nuvole! Buon periodo di palpabile Pasqua a tutti! Santi Sfragano