Dalla Sicilia, grido d’aiuto degli imprenditori del settore eventi: “Uniti per recuperare in fase 2”

  • di Redazione Il Solidale
  • 18 apr 2020
  • LAVORO

Dalla Sicilia, grido d’aiuto degli imprenditori del settore eventi: “Uniti per recuperare in fase 2”

CATANIA - “Noi imprenditori siciliani del settore degli eventi, abbiamo bisogno di rimettere in moto la macchina produttiva già nella fase 2 delle misure di contenimento della pandemia da Covid 19: aiutateci a continuare ad emozionarci ed emozionare con il nostro lavoro che, in poco più di 20 anni, ha determinato il successo del brand Sicilia, con una filiera che muove migliaia di posti di lavoro”. È Barbara Mirabella, manager dell'Expò di Catania, a lanciare la call a migliaia di operatori in Sicilia, diventando la prima firmataria di una imponente sottoscrizione che, nel giro di poche ore, ha suscitato grandi consensi ed è stata sottoscritta dai più noti imprenditori del comparto produttivo, che, da Catania a Palermo, passando per l’entroterra, fino ad arrivare a molte altre regioni d’Italia, si sono trasformati in un’unica forza per provare a suggerire delle soluzioni immediate. Barbara Mirabella (nella foto, al centro) spiega: “La nostra lettera è un grido di allarme di un settore intero che offre sostentamento economico a migliaia di famiglie della regione, e che si sente profondamente colpito non solo dal Coronavirus, ma anche dalla scarsa attenzione da parte del governo centrale, che immagina di collocare il nostro settore alla cosiddetta 'fase 3', senza alcuna progettualità che vadano al di là di nuovi crediti da chiedere alle banche.Per ogni decreto del governo, che proroga il lock-down di settimane, le nostre imprese rischiano di registrare disdette di mesi”. Intanto, le prime ipotesi d’istanza sono già pronte per essere presentate alla Regione Siciliana, all’attenzione dell’Assessore al Turismo, Manlio Messina, e alle Attività Produttive, Girolamo Turano. Ed ecco la lista di richieste-proposte che è aperta all’adesione di tutti coloro che volessero contribuire alla causa: 1) Date certe e chiare regole di salvaguardia, compatibili con la sicurezza sanitaria, per la riapertura di tutte le attività aggregative: fiere, congressi, eventi, festeggiamenti, manifestazioni conviviali in genere, che possano consentire un’adeguata programmazione e la riapertura della raccolta di prenotazioni per i servizi di ciascun settore merceologico. 2) Finanziamenti a fondo perduto sulla base del fatturato dello scorso anno. 3) Sospensione per un anno dei contributi sugli stipendi dei dipendenti che, finita la cassa integrazione, dovranno tornare a lavoro. 4) Misure a sostegno dei titoli che, nei mesi di chiusura, non sono stati pagati. 5) Un anno "bianco", cioè di sospensione di ogni tipo di tassazione che, senza fatturato, non saremo in grado di pagare, IVA inclusa. 6) Misure a sostegno degli affitti, mutui e leasing che le aziende non sono state in grado di pagare in questi mesi di chiusura e non la sola sospensione. 7) Indennizzi sulla merce di rimanenza acquistata sulla base di un fatturato che non ci sarà. 8) Sostegno e valorizzazione alle fiere nazionali e regionali, ai congressi ed eventi maggiormente aggregativi, che si svolgono sul territorio della regione, data l’attuale impossibilità alla promozione nelle fiere del mercato esterno. 9) Possibilità di prolungamento della cassa integrazione per i dipendenti fino al 31/12/2020. 10) Tutela dei dipendenti stagionali, che a causa degli annullamenti degli eventi, rimarranno disoccupati per la stagione 2020. Quella degli eventi è un’intera filiera che raggruppa i tantissimi professionisti del settore wedding, congress and events: hotel, società di catering, location per eventi, atelier, fotografi e cineoperatori, musicisti, fiorai, event manager, agenzie di comunicazione, wedding planner, parrucchieri ed estetisti, service audio luci, negozi di liste nozze, allestitori, artigiani, arredatori, mobilieri, scenografi, specialisti nella produzione di abbigliamento e gadget personalizzati, pubblicitari, event designer, editori. Sono solo alcuni dei professionisti, grazie a cui l’Isola è diventata sempre più attrattiva e che hanno il bisogno impellente di essere ascoltati e supportati. Dopo più di un mese di stasi totale, è forte adesso la voglia di riscatto, visto il drammatico crollo dell’85 per cento dei fatturati nel primo trimestre dell’anno in corso, che, senza la tempestiva riorganizzazione, si preannuncia ancora più grave alla fine del periodo di chiusura totale, con una perdita superiore ai 24 miliardi. Per non parlare del destination wedding, fiore all’occhiello dell’economica regionale, che, negli ultimi due anni, ha fatto registrare un’inarrestabile espansione alla Sicilia, con oltre 2 mila eventi celebrati, a fronte dei 9 mila in tutta Italia, con un giro d’affari che ha sfiorato i 500 milioni, di cui 110 concentrati solo nel Meridione.