Emergenza “Agricoltura e Immigrazione”: ALS-MCL Sicilia farà "rete" con altri per reclutare manodopera straniera in Sicilia

  • di Redazione Il Solidale
  • 19 apr 2020
  • LAVORO

Emergenza “Agricoltura e Immigrazione”: ALS-MCL Sicilia farà "rete" con altri per reclutare manodopera straniera in Sicilia

"Sul territorio siciliano è in atto il tentativo di organizzare una risposta urgente all’allarme generato dalla mancanza di manodopera nel settore agricolo. E per scongiurare il rischio che intere produzioni agricole della nostra terra non vengano raccolte,  l'ALS MCL Sicilia ha deciso di far parte di una concertazione che sarà avviata nelle prossime ore tra le organizzazioni sociali, le agenzie di lavoro interinale e le forze imprenditoriali, al fine di mobilitare i migranti già regolarmente presenti sul territorio siciliano". Ad annunciarlo è Paolo Ragusa, presidente regionale di ALS – MCL Sicilia, Paolo Ragusa, il quale spiega anche: Stiamo pensando ad un’alleanza sociale che, anche attraverso strumenti innovativi, produca occasioni di benessere per l’economia e i territori, rispondendo all’emergenza in termini di legalità e solidarietà. L’obiettivo è certamente quello di reclutare forza lavoro, attivando anche un percorso di qualificazione delle risorse umane, ma ricordando a tutti che, mentre si cercano braccia per l’agricoltura, stiamo valorizzando delle persone meritevoli di essere integrate nella nostra società”.  Sulla “questione dei migranti”, al tempo del Covid-19, che impone certamente scelte coraggiose e tempestive, prime fra tutte l’accesso in Italia della manodopera stagionale e la regolarizzazione degli “invisibili” già presenti sul nostro territorio nazionale, interviene anche l’avvocato Maria Giovanna Bertolami, operatrice legale volontaria di ALS – MCL del Calatino-Sud Simeto: “Come possiamo parlare di convivenza con il virus –sostiene l’avvocato Bertolami-, se non facciamo luce sui ghetti bui, su quella ‘Corte dei Miracoli’ che ospita il silenzioso popolo degli irregolari? Il migrante irregolare, in quanto tale, non è iscritto al Sistema Sanitario Nazionale, non ha un medico di base e ha diritto soltanto alle prestazioni sanitarie urgenti. Motivo per cui il migrante sprovvisto del permesso di soggiorno non può accedere ai protocolli adottati per contenere la diffusione del virus, non ha un medico a cui chiedere assistenza sanitaria in caso di sintomi da infezione e può rivolgersi al pronto soccorso solo nei casi gravi e cioè quando la paura di morire supera la paura dell’espulsione! Non possiamo garantire la salute pubblica finchè non facciamo un censimento delle persone presenti sul territorio e finchè non si consenta a ciascuno di difendersi con armi pari in questa battaglia. Si parla di App e di screening della popolazione, ma senza un censimento di tutti gli individui saranno tutte chiuse le strade che apriremo. E come possiamo parlare di Fase 2 e di ripresa economica –sottolinea Maria Giovanna Bertolami- se il settore primario rischia il collasso per la mancanza di manodopera? Nessun bonus e nessuna corsa all’acquisto potrà sopperire alla mancanza dei prodotti agroalimentari rimasti non raccolti e al loro esponenziale rincaro. La regolarizzazione dell’accesso degli stranieri rappresenta quindi la via necessaria per riportare ‘in campo’ quella forza lavoro su cui l’economia italiana si è sempre appoggiata… E se così non fosse, oggi parleremmo di altro... Per concludere mi sento di affermare che è questa una via lastricata di diritti e doveri, da cui trarre solo reciproci benefici e crescita economica. Inoltre, la regolarizzazione dei migranti irregolari già presenti sarebbe quella stretta di mano, quel patto tra Uomini, quel sigillo di civiltà da sempre auspicato”. Dunque, come annunciato da Paolo Ragusa, che presiede a livello regionale l'Associazione Lavoratori Stranieri - Movimento Cristiano Lavoratori "Sicilia", c'è molta attesa sulla “questione migranti”... questione sulla quale si intrecciano diverse tematiche, tessendo i fili dell’economia, della salute pubblica, dei diritti inviolabili e perfino di superflue propagande. Alla fine, però, viene sponntaneo chiedersi: "Ma si doveva attraversare la crisi Covid-19 per capire quanto i migranti fossero delle risorse per la nostra economia e per la nostra cultura? Perchè oggi, è proprio giunto il tempo di raccogliere questo frutto!"   Salvo Cona