25 aprile 2020, Festa della Liberazione. Le riflessioni di Santi Sfragano

  • di Redazione Il Solidale
  • 25 apr 2020
  • OPINIONI

25 aprile 2020, Festa della Liberazione. Le riflessioni di Santi Sfragano

CALTAGIRONE - La festa del 25 Aprile, cioè della liberazione dal governo fascista e dalle truppe naziste, fu fissata proprio il 25 Aprile del 1946, un anno dopo l'arrivo di questo evento. Con la festa della Liberazione o della Resistenza, si commemora un' Italia libera dal morbo del fascismo. Dal morbo di una guerra, la seconda guerra mondiale, che ha falciato barbaramente e ha segnato profondamente le vite di centinaia di migliaia uomini. Non solo italiani, pensiamo all' Olocausto ebraico. Furono gli alleati anglo-americani e i partigiani  della resistenza ad adoperarsi per  realizzare questo disegno di libertà. Anche se la guerra non terminò proprio il 25 Aprile del 1945 ma si protrasse ancora per alcuni giorni, fino ai primi di maggio. Questa ricorrenza ci ricorda che l'uomo non è stato creato per la guerra, per il dolore, per la sofferenza, per la sottomissione... Le atrocità che si sono dovute subire in quegli anni devono essere di monito per non ripetere mai più oscenità e tirannie del genere. È inutile dirlo, in una guerra non ci sono vincitori, ma solo sconfitti. Quella sconfitta che ingabbia l'uomo quando è disposto ad uccidere i propri simili pur di raggiungere uno scopo... e in questi casi non ci sono scopi che giustificano i mezzi. Diceva bene San Giovanni Paolo II: "La guerra è un'avventura senza ritorno". Ai nostri giorni, nonostante non si combattano guerre mondiali, purtroppo non siamo ancora liberi da certe concezioni violente che sfociano in piccole guerre intestine. Pensiamo ai paesi del Medio Oriente, pensiamo la Siria, la Turchia e alcuni paesi dell'Africa meridionale e ai gruppi terroristici islamici che tengono diverse nazioni in pugno.  Sono situazioni che non ci permettono di gioire  pienamente dei nostri risultati raggiunti, quando ancora in diverse parti del mondo si soffre ancora per vari motivi: la fame, la povertà, le persecuzioni, la guerra. Oggi l'Italia si trova a combattere un altro grande nemico che è il Covid 19, un nemico che ci sta mettendo a dura prova e che ci ricorda che l'uomo è fragile ed è proprio in nome di questa fragilità che dovremmo fare di tutto per rendere migliore il mondo e non distruggerci a vicenda. In questo giorno, dunque, festeggiamo la liberazione dalla tirannia nazista, ma spero un giorno di festeggiare la liberazione da qualsiasi genere di violenza umana, in qualsiasi parte del mondo, affinché l'uomo possa raggiungere la vera libertà, quella da ogni sorta di male! Lo so, è un'utopia ma io sono una credente pronta a pregare e sperare contro ogni speranza. Di Abramo sta scritto al capitolo 4 versetto 18 del libro dei Romani: "Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: Così sarà la tua discendenza."Ecco, proprio come il primo padre della Chiesa, Abramo, il mio desiderio è quello di contare su una nuova discendenza, un nuovo popolo votato alla vita e mai più alla morte!   Santi Sfragano (scrittrice e poetessa)