25 aprile 2020, Festa della Liberazione. Le riflessioni di Filippa Berretta
- di Redazione Il Solidale
- 25 apr 2020
- OPINIONI
MIRABELLA IMBACCARI - L’Italia che resiste. 25 aprile 1946 - 25 aprile 2020: due date apparentemente diverse, ma legate da sottili e importanti similitudini. La prima assume un significato politico, storico e militare, la seconda invece ha un carattere prettamente sociale. La prima simbolo di vittoria, la seconda simbolo di paura e di libertà limitata. L’Italia oggi ricorda l’anniversario della festa della liberazione in modo alquanto insolito: festeggiando la liberazione della nostra Italia, oggi quasi si fa fatica a ricordare questo nostro bel Paese, fatto di colori, sapori, cultura e solidarietà. D’altro canto non si perde la "Resistenza” di sognare i valori universali di "Libertà". Oggi più che mai, gli italiani si stringono in abbracci virtuali, augurandosi presto di rivedere quanto prima i tanti arcobaleni che colorano l’Italia da nord a sud, quegli arcobaleni disegnati dalle mani speranzose dei più piccoli, poiché loro sono il nostro futuro a colori. In questa giornata del 25 aprile, festa della liberazione … vorrei rivolgere un pensiero ai "nuovi partigiani di questa pandemia: ai medici, agli infermieri agli operatori sanitari che ogni giorno lavorano in trincea per salvare vite umane pur conoscendo i rischi che potrebbero prendere e quindi a loro oggi va il mio pensiero”, così come ha detto oggi il sindaco di Mirabella Imbaccari, Giovanni Ferro, durante una diretta Facebook. Due date, quindi, che vedono ieri i partigiani in veste militare, contro il becero nemico nazista e fascista; oggi, invece, i partigiani possono essere considerati da tutta Italia tutti coloro che sono in camice bianco, impegnati in prima linea a combattere ogni giorno per ridare libertà a tutto il mondo a discapito del nemico del Terzo Millenio chiamato covid-19. Filippa Berretta (docente a San Cono di Lingua italiana per i migranti, impegnata in campo sociale e umanitario)