Ramadan 2020 di isolamento: nella religione islamica, il rispetto delle regole è la prima cosa

  • di Redazione Il Solidale
  • 3 mag 2020
  • OPINIONI

Ramadan 2020 di isolamento: nella religione islamica, il rispetto delle regole è la prima cosa

CALTAGIRONE - Sarà un mese di Ramadan 'particolare', "iniziato il 24 aprile ancora nel mezzo dell'emergenza coronavirus e con la necessità di mantenere il distanziamento sociale". Lo afferma in un'intervista il presidente della comunità islamica di Napoli, il giordano Amar Abdallah. Durante questo periodo i musulmani sono abituati a frequentare le moschee e a svolgere l'iftar insieme. Ma quest'anno non sarà così purtroppo, per l’emergenza COVID-19, “obbediranno alla legge italiana” evidenzia Abdallah, nella cui Moschea ogni venerdì, prima del coronavirus, si radunava un migliaio di persone. Ha già avvertito i fedeli, tramite internet, che è un dovere restare a casa: "Nella religione islamica il rispetto delle regole è la prima cosa quindi sarà un Ramadan di isolamento. Parola d’ordine, quindi: Restare a casa è necessario”. In Italia coloro che osservano quest'anno il Ramadan sono circa due milioni di fedeli, il 40% di origini marocchine, il 10% circa italiani, tra cittadini di adozione, convertiti o di seconda generazione. Il sermone della preghiera del venerdì, durante il periodo di Ramadan, sarà trasmesso in streaming su Facebook in modo da raggiungere tutti i fedeli nelle loro case. E anche lezioni e momenti di riflessioni collettiva saranno diffusi via web. I musulmani accolgono il Ramadan come "una grande festa", ma invece di celebrarla collettivamente ognuno lo fa a casa propria. Per questo è stato chiesto ai fedeli di far diventare un angolo delle loro case la loro moschea. Molti si chiedono che cosa sia il Ramadan per i musulmani, ebbene il Ramadān è il nono mese del calendario islamico che si compone di 12 mesi lunari (29 o 30 giorni ciascuno), per un totale di 354 o 355 giorni, al contrario dei 365 o 366 giorni (se bisestile) dell’anno gregoriano, basato sul ciclo solare.  Come tutti gli altri mesi del calendario islamico è determinato tradizionalmente dall’avvistamento della crescenza della luna nuova. In questo mese i musulmani praticano il digiuno, appunto detto digiuno del mese di Ramadan e per tutta la durata del mese, 29 o 30 giorni. Esso rappresenta il quarto dei cosiddetti cinque pilastri dell’Islam (Arkān al-Islām), e si conclude con l’inizio del successivo mese islamico di Shawwāl, nel quale si celebra la festa della rottura del digiuno, chiamata ‘aīd (u)l-Fitr. Il Ramadān è uno dei mesi benedetti per i musulmani, è il mese dell'astensione e della purificazione, durante il quale oltre a praticare il digiuno alimentare, (cibo, bevande e acqua compresa), il digiuno sessuale  e quello spirituale dall’alba  al tramonto, si intensifica anche l’attività di preghiera, con la lettura intera del Corano, con una preghiera particolare in moschea (tarāwīh), con il ritiro spirituale in moschea(I’tikaf), con la meditazione, con la carità zakāt ul-Fitr. Ogni mese lunare islamico indietreggia di circa 10 o 11 giorni rispetto l'anno solare precedente e compie un ciclo completo in 33 anni circa, per cui ogni musulmano compie il digiuno sempre in periodi diversi nei vari anni. Nei periodi estivi, i musulmani all'emisfero boreale, praticheranno il lungo digiuno al caldo con molte ore di luce, ma allo stesso tempo, i fratelli all'emisfero australe, compiranno un breve digiuno in un clima freddo. Ma Ramadan in arabo, significava "mese caldo", o “mese torrido”, da cui si può dedurre che anticamente fosse sempre un mese estivo. Sicuramente, il mese di Ramadān, come d’altronde gran parte degli altri mesi del calendario islamico, ha un’origine pre-islamica ed era legato essenzialmente alle attività della comunità.E’ permesso non digiunare, in molti casi proprio obbligati a non farlo,i bambini maschi e femmine che siano non ancora in età puberale. Le persone il cui corpo non può tollerare il digiuno stesso per cause mediche poiché ritenuto pericoloso per il suo stato di salute. Non è consentito per una donna nel suo periodo del mestruo. Alla donna incinta è vietato digiunare e anche durante il perido postpartum e soprattutto se allatta dalla propria mammella. Le persone in età avanzata, gli uomini in guerra e i viaggiatori sono esenti dal digiunare e tutti coloro che per motivi di lavoro compiono notevole fatica o notevole concertazione mentale. Il digiuno di Ramadān è considerato da tutte le scuole islamiche sunnite e sciite, e generalmente anche dalla maggioranza popolare teologicamente e giuridicamente, un dovere il cui non-rispetto comporta una pena o sanzione. La persona che nega l’obbligatorietà del digiuno di Ramadān è un “miscredente”."Il Digiuno - scrive Gabriele Mandel Khan - è l'espressione più alta di riconoscenza verso Dio, Che ci ha dato la vita, il pensiero, la sensibilità, la possibilità di capirlo. Un tale riconoscimento non potrebbe essere simbolizzato con l'offerta di oro, denaro, oblazione o ceri perché tutto sulla terra e nell'universo appartiene a Dio. Il vero riconoscimento è quello attestato dall'offerta di ciò che appartiene intimamente a noi. Ciò che appartiene intimamente all'essere umano è la sua sofferenza, e il digiuno è una sofferenza fisica".   Avv. Daniela Alberghina (impegnata in campo sociale e umanitario, è anche membro Ordine degli Avvocati del Foro di Caltagirone).