Vita umana, famiglia e amicizia. I valori di L.S. dalla Sierra Leone, ospite a San Michele di Ganzaria, in questo periodo di pandemia
- di Redazione Il Solidale
- 12 mag 2020
- Migrantes 2.0
Mi chiamo L. S… Vengo dalla Sierra Leone, quando sono arrivata in Italia, non avevo idea di quello che stava succedendo, avevo lasciato la Libia, e non sapevo quello che stava accadendo nel mondo. Il mio unico pensiero era la mia famiglia. Nel centro di accoglienza di San Michele di Ganzaria in cui sono ospite , sono stata informata dagli operatori e dall’equipe. Queste settimane passate in struttura, mi hanno fatto capire l’importanza di stare tutti insieme, del prendersi cura degli altri e di avere solidarietà per le persone più bisognose, e spero che questo periodo ci insegni che nelle difficoltà siamo tutti uguali, senza differenze tra classi sociali, razza e religione. Nelle settimane che ho trascorso con le mie amiche ospiti nella struttura abbiamo creato un gruppo unito e abbiamo trascorso le nostre giornate raccontandoci i nostri sogni e le speranze che abbiamo una volta lasciato il centro. Io ho riflettuto molto su quella che era stata la mia vita in Africa, ho ripensato a tutte le persone e gli amici che ho lasciato, così ho cominciato a fantasticare un mondo senza il coronavirus, dove io e i miei amici potevano trascorrere le giornate scherzando, giocando e d abbracciandoci liberamente. In questo mio mondo mi trovavo nella mia città d’origine, un villaggio non lontano dalla capitale della Sierra Leone; ero insieme alla mia nonna che preparava il pranzo per me e i miei fratelli; cucinava con amore e spesso ci chiedeva di aiutarla ad apparecchiare la tavola per potere mangiare tutti insieme. Ho potuto riaffiorare dei ricordi a cui non pensavo da molto tempo,e tutto questo mi ha fatto gioire,ma mi ha messo tanta nostalgia della mia vita in Africa. L’esperienza del coronavirus mi ha fatto capire molto il valore della vita umana, mi ha fatto capire l’importanza della famiglia e dell’amicizia. Ho promesso a me stessa di ritornare con la mente nei luoghi della mia infanzia, per riuscire a mantenere i ricordi delle persone a me più care.
My name is L. S… I come from Sierra Leone, when I arrived in Italy, I had no idea what was going on, I had left Libya, and I didn't know what was happening in the world, My only thought was my family. In the reception center of San Michele di Ganzaria in which I am a guest, I was informed by the operators and the team. These weeks spent in the facility, have made me understand the importance of being together, taking care of others and having solidarity for the most needy people, and I hope this period teaches us that in the difficulties we are all equal, without differences between social classes, race and religion. In the weeks that I spent with my friends, guests in the structure we created a united group and we spent our days telling us about our dreams and hopes that we once left the center. I reflected a lot on what my life had been in Africa, I thought about all the people and friends that I left, so I started to fantasize a world without the coronavirus, where my friends and I could spend the days joking, playing and hugging each other freely. In this world of mine I was in my hometown, a village not far from the capital of Sierra Leone, I was with my grandmother who prepared lunch for me and my brothers; she cooked with love and often asked us to help her set the table so we could all eat together. I was able to resurface memories that I hadn't thought about for a long time, and all of this made me rejoice, but it made me so nostalgic for my life in Africa. The experience of the coronavirus made me understand a lot the value of human life, made me understand the importance of family and friendship. I promised myself to return with my mind to the places of my childhood, to be able to keep the memories of the people closest to me.