Paolo Ragusa, sit in e accorati appelli per non far perdere al Calatino l'opportunità della Z.E.S.
- di Redazione Il Solidale
- 22 giu 2020
- OPINIONI
CATANIA - Sono due le Zone Economiche Speciali individuate dalla Regione Siciliana e approvate dal Ministero per il Sud con decreto: quella della Sicilia occidentale che ha avuto assegnato il 35 per cento della superficie Z.E.S. e quella della Sicilia orientale a cui è stato assegnato il 65 per cento. I benefici economici delle le Zone Economiche Speciali sono previsti dal decreto legge Mezzogiorno n. 91/2017 e vedono notevoli incentivi fiscali più credito d’imposta per gli investimenti fino a 50 milioni di euro e un consistente regime di semplificazioni che saranno stabilite da appositi protocolli e convenzioni e che comunque prevedono anche l’accelerazione dei tempi procedimentali per garantire l’accesso agli interventi di urbanizzazione primaria alle imprese insediate nelle aree interessate. E considerato che le Zone Economiche Speciali rappresentano un momento di svolta per l’economia, per il mondo imprenditoriale e per l’occupazione, quello che ci si augura tutti è che tale strumento possa attrarre nuovi investimenti per dare ossigeno alla nostra economia, per superare la crisi determinata dalla pandemia da Covid 19, rilanciare e riqualificare il territorio, già penalizzato da scelte approssimative o assenza di strategie. Ad auspicare ciò è anche Paolo Ragusa, vice presidente provinciale MCL di Catania e presidente del Circolo “don Rosario Pepe” di Mineo, il quale è stato fautore, insieme al Movimento Cristiano Lavoratori, di diverse iniziative promosse ed organizzate per chiedere a gran voce e con accorati appelli l’attenzione dell’opinione pubblica, di amministratori locali, regionali e di tutta la classe politica, come il sit in che lui ricorda così: “Ad Agosto 2019, mentre i più erano in ferie, noi eravamo a manifestare in Prefettura, a Catania”. Ma a quale scopo? “Noi –risponde Ragusa- siamo stati i primi a parlare di Zes come concreta misura di risarcimento del grave danno economico provocato con la chiusura del CARA di Mineo. Un risarcimento che doveva interessare tutti i Comuni del comprensorio del Calatino Sud-Simeto e non solo alcuni di essi. Questa era una delle principali proposte avanzate da comitato civico ‘Emergenza Calatino 2019’ e presentate ai sindaci di alcuni Comuni del comprensorio. Li abbiamo incontrati a Caltagirone, purtroppo nella totale indifferenza o meglio ostilità del sindaco di Mineo… Anzi –sostiene il vice presidente provinciale MCL di Catania- il sindaco di Mineo, in assoluta solitudine, chiedeva al Ministero dell’Interno, il riconoscimento di una generica ‘zona Franca’ compensativa del CARA di Mineo, in coerenza di quanto sostenuto già nel suo programma elettorale. Ma sbagliava due volte: la prima perché immaginava una legge speciale solo per Mineo che mai nessuno avrebbe accordato, quando invece già il cosiddetto ‘Decreto Sud’ aveva istituito le ‘ZES’; la seconda perché chiedeva a Roma ciò che poteva ottenere a Palermo. E noi a provare di correggere sempre i suoi errori di grammatica istituzionale!”. E quindi cosa è accaduto? “E' accaduto che il governo regionale, con il primo provvedimento di delimitazione delle ZES ha clamorosamente escluso tutti i Comuni del Calatino Sud-Simeto. Allora siamo subito scesi in campo, persino con una manifestazione davanti la Prefettura di Catania, per chiedere che si riparasse a questo grave torto. Abbiamo sensibilizzato i sindaci a presentare istanza di ammissione, invitandoli a concorrere per l’assegnazione delle aree residue poste a bando, e alla Regione Siciliana abbiamo chiesto di dare attenzione al territorio del Calatino Sud-Simeto”. Vi ritenete soddisfatti? “Si. Tanto. Comunque si poteva fare di più, includendo nella Zes tutti i Comuni del Calatino Sud-Simeto, a prescindere dai meccanismi selettivi, già nella prima perimetrazione. Avere ripescato solo alcuni di essi, attraverso la procedura del bando, ha di fatto impedito al nostro comprensorio di diventare attrattivo per le imprese in maniera capillare e diffusa”. Secondo lei, cosa è mancata? “E’ mancata una regia istituzionale nel nostro comprensorio dato che il Comune di Caltagirone ha perso da tempo la sua capacità di essere ente Capofila di processi di sviluppo. E i primi cittadini di Caltagirone e di Mineo, che contemporaneamente sono i rappresentanti dei Comuni più colpiti dalla crisi occupazionale ma anche gli amministratori politicamente più vicini al governatore -sostiene Paolo Ragusa-, non sono stati capaci di rappresentare lo stato di particolare bisogno del territorio al governo regionale”. Cosa si aspetta per il Calatino? “Ora sarà necessario programmare al meglio la spesa, comunque di risorse già disponibili, per sostenere le imprese che decideranno di investire sul territorio. Esse riceveranno agevolazioni fiscali e contributive utili a creare nuovi posti di lavoro. Non si dovrà prescindere in tutto ciò dall’attenzione ai processi di sostenibilità ambientale, dallo sviluppo della green economy e dai percorsi di inclusione sociale”. E sul piano dell’occupazione ci saranno occasioni vere, opportunità concrete? “Ci vorrà del tempo, ma bisogna seminare per poter raccogliere. Oltre agli incentivi fiscali servirà una pubblica amministrazione locale efficiente, capace di offrire servizi essenziali (approvvigionamento idrico, connettività,…) nelle aree artigianali per rendere il territorio davvero attrattivo. Purtroppo –aggiunge il vice presidente provinciale MCL di Catania- ad oggi l’unico dato certo sull’occupazione riguarda solo i posti di lavoro che si sono persi azzerando il sistema dell’accoglienza, mentre il resto è ancora tutto da scrivere. Noi siamo fautori di uno sviluppo produttivo, ma non accettiamo il fatto che la politica abbia deciso di affamare il nostro territorio senza riconoscere nessuna misura compensativa. Oggi la ZES la intercettiamo come misura di prospettiva, alla pari di tutti gli altri Comuni interessati, ma non è una iniziativa di ristoro economico alla grave crisi che qui ci hanno consegnato”. Avete una vostra proposta da fare ai sindaci dei Comuni del Calatino Sud-Simeto? “Si. Costituire un forum della concertazione locale tra le organizzazioni della rappresentanza datoriale, i sindacati, il terzo settore, al fine di condividere strategie e programmi di sviluppo integrato del territorio nella prospettiva della piena attuazione della Zes”. Salvo Cona