La "Festa del Grano" di Raddusa, Sagra di Qualità 2019, rinviata da sindaco Allegra al 2021
- di Redazione Il Solidale
- 11 lug 2020
- LAVORO
RADDUSA – Anche quest’anno si è conclusa a Raddusa, e con risultati, tutto sommato, più che soddisfacenti, la raccolta annuale del grano duro biondo siciliano sul quale, da sempre, poggia quasi interamente l’economia della sua popolazione. Ci sono tante cose che, per cultura e tradizioni, sono patrimonio comune di molti popoli anche se gli stessi sono stanziati in territori sostanzialmente diversi; poche sono invece le varie peculiarità intrinseche che rispecchiano le caratteristiche di ogni singola comunità. La cittadina di Raddusa, “Città del Grano” e “Principale Granaio della Sicilia”, piccola comunità dal cuore normanno, ubicata nell’arido entroterra dell’Isola più bella del mondo posta al centro del Mare Mediterraneo, le cui origini storiche affondano nella notte dei tempi, ha saputo produrre e tramandare ai posteri la ricchezza e la bontà di un prodotto unico al mondo per le sue proprietà organolettiche: cioè il “grano duro biondo siciliano” che travalica i modesti confini territoriali e si diffonde a macchia d’olio per le strade dell’universo. Tutto a Raddusa gira intorno al “grano duro biondo siciliano”. Esso rappresenta la base principale che sostiene l’intera economia della popolazione che, dicono le cifre, si regge quasi interamente sulla produzione di tale impareggiabile cereale che costituisce il volano dell’intero sistema produttivo. Tra Raddusa e il “grano duro biondo siciliano” esiste un connubio quasi perfetto. Su di esso poggia tutta la storia di questa piccola comunità che nel corso degli anni ha affinato sempre di più la propria conoscenza sulla coltivazione delle innumerevoli varietà di questo prodotto sul quale la cittadina ha notoriamente fondato le speranze del suo futuro e definitivo rilancio economico e sociale. Per questo motivo infatti, ed anche per rinverdire una tradizione secolare, legata appunto alla raccolta del grano, la popolazione raddusana celebra, la seconda settimana di settembre di ogni anno la consueta festa popolare dedicata proprio al prodotto principale della sua terra che ha proiettato l’immagine della città al di là dei confini dell’Isola. Quest’anno però, il famigerato Covid-19 ha costretto il sindaco prof. Giovanni Allegra e gli agricoltori locali, a rinviare la festa, alla seconda settimana di settembre 2021. La popolare festa, nel corso della quale la preistoria antica si intreccia con l’attualità, dovrebbe celebrare la sua ventiseiesima edizione e con essa riproporre la sua varietà di manifestazioni che esprimono la grande voglia della cittadina e della sua gente di fare respirare ai turisti l’atmosfera agreste che un tempo si respirava nella dura vita dei campi e che, ancora oggi, a Raddusa si può percepire anche ben oltre i tre giorni della festa. “La Festa del Grano, che lo scorso anno ha ottenuto il marchio di “Sagra di Qualità” - ha detto il Sindaco prof. Giovanni Allegra – rappresenta per la popolazione raddusana, la manifestazione più importante di tutta l’estate con un corollario che comprende una varietà di rappresentazioni di antichissima tradizione che raggiungono il clou nel pomeriggio dell’ultimo giorno con la realizzazione dell’antica “pisatura” del grano mirante a recuperare l’identità culturale del popolo raddusano che da sempre vive di fatica e di sudore. La “Festa del Grano” non è una semplice festa, e non è neanche una sagra paesana per gli amanti del week-end, ma una manifestazione originale il cui scopo è, in primo luogo, quello di fare riscoprire alla gente le proprie origini. Tra convegni, dibattiti, musiche, mostre, sfilate, visite guidate e degustazione delle varie prelibatezze tipiche locali, in uno straordinario intreccio di cultura, folklore e tradizione, nei tre giorni di festa il paese viene letteralmente invaso da una folla di visitatori che di anno in anno cresce sempre di più. I numerosi turisti che affollano le strade di Raddusa nei giorni della festa si immergono in un’atmosfera particolare perché la festa ha la peculiarità di ricreare quelle scene di vita agreste che già nell’immediato dopoguerra, venivano vissute a Raddusa e in tutto l’arido entroterra siciliano la cui cultura era saldamente legata alla terra, ai suoi prodotti e soprattutto al grano duro che significava pane, ma anche sudore e fatica. Purtroppo quest’anno, per colpa del famigerato Covid-19 non è possibile realizzarla, perché, i giorni passati in quarantena, non ci hanno consentito di effettuare la mietitura del grano da utilizzare per la pisatura nel giorno della festa per cui siamo stati costretti a rinviarla al 2021”. La foto di Santo Pellegrino rappresenta il mezzo meccanico (mietitrebbia) impegnato nella raccolta del grano duro di Raddusa. Francesco Grassia