Grido d’allarme fra le coop siciliane in attesa dei pagamenti "prestiti Covid" per evitare il default

  • di Redazione Il Solidale
  • 10 ago 2020
  • LAVORO

Grido d’allarme fra le coop siciliane in attesa dei pagamenti "prestiti Covid" per evitare il default

Sta destando preoccupazione e ansia nel mondo delle cooperative, l’aver appreso che l’Assessorato regionale alle Attività produttive avrebbe contestato la legittimità del presidente e del consiglio di amministrazione dell’Ircac, ipotizzando che tale organo direttivo sarebbe decaduto lo scorso 30 giugno, motivo per il quale il presidente non sarebbe più disponibile a firmare i mandati di pagamento relativi ai “prestiti Covid”, già deliberati, con nocumento a quelle coop siciliane che attendono con giustificata ansia l’atteso pagamento dei “finanziamenti smart per ripartire”. Una situazione che, se è vera, è palesemente contraddittoria rispetto alla alla procedura che invece prevede tempi certi nei pagamenti, considerato che l’Irfis ha già accreditato le somme all’Ircac per liquidare queste pratiche, essenziali per evitare il default delle cooperative richiedenti che, incolpevoli e vittime di una diatriba interna alla burocrazia regionale, sarebbero disposte a proclamare lo stato di agitazione e promuovere proteste eclatanti, pur di non rischiare (se non pagate e in tempo) di essere mandate al macero! Uno scenario deprecabile da evitare perché inammissibile e inconcepibile, soprattutto se si pensa che tutto ciò avviene in un momento in cui le realtà lavorative e produttive siciliane hanno bisogno di una immediata e fattiva mano di aiuto e non certo di blocchi o di farraginose burocrazie che paralizzano un laborioso mondo, in questo caso quello delle cooperative, che non può e non deve essere penalizzato per beghe di natura amministrativa. Giustificatamente alcuni gridano già allo scandalo! Perché anzichè aiutare e agevolare le cooperative, le si mette in difficoltà! E tutto questo non dovrebbe, non deve e non può accadere, ricordando un particolare non irrilevante e cioè l'aspetto occupazionale dei tantissimi che vi lavorano per garantire il personale e necessario sostentamento famigliare. Per quanto riguarda i quattro “finanziamenti smart per ripartire” essenziali per evitare il possibile default e a quanto pare negati alle cooperative che hanno già avuto deliberato il finanziamento ed hanno sottoscritto il contratto, si va dalle spese di gestione all’integrazione di liquidità, dall’acquisto di D.P.I. ai costi per l’innovazione tecnologica: Riavvio dell’attività per il credito di esercizio destinato al finanziamento dei costi di gestione (salari, stipendi, oneri sociali, locazioni commerciali, fornitori, utenze e servizi vari) da sostenere nei 60 giorni successivi alla ripresa dell’attività; Integrazione di liquidità per il credito di esercizio destinato all’integrazione di liquidità resa carente per cause legate all’emergenza sanitaria (ad es. aumento dei crediti non riscossi da clienti, spese necessarie a mantenere attiva l’attività durante il lockdown, ecc.); Acquisto di D.P.I. per i dipendenti: il finanziamento si rivolge alle cooperative che devono acquistare Dispositivi di Protezione Individuale da distribuire ai propri dipendenti; Innovazione tecnologica: il finanziamento si rivolge alle cooperative che devono dotarsi di strumenti tecnologici per la ripresa o la continuazione della loro attività (ad es. linee VPN o di quanto necessario per lo smart working, piattaforme per collegamenti audio/video, ecc.).   Salvo Cona