RADDUSA – Dopo 16 anni di missione evangelizzatrice svolta presso la parrocchia Immacolata Concezione di Raddusa il parroco don Pietro Mannuca (81 anni) lascia la guida dell’unica parrocchia della "città del grano" per raggiunti limiti di età. A darne la notizia è stato Mons. Calogero Peri, Vescovo della diocesi di Caltagirone, alla quale la parrocchia di Raddusa appartiene, mediante la pubblicazione della deliberazione da lui stesso adottata il 10 agosto scorso, con la quale ha provveduto ad incaricare i nuovi parroci per le attività da svolgere nelle varie parrocchie della Diocesi calatina. A sostituire Don Pietro Mannuca alla guida della Parrocchia Immacolata Concezione, a partire dal 19 Settembre prossimo, sarà Don Mauro Ciurca, anch’egli raddusano come Don Pietro Mannuca. La comunità cattolica della città del grano è stata e resta particolarmente legata al Parroco Don Pietro Mannuca non soltanto perché lo stesso è raddusano purosangue ma anche, e soprattutto, per quello che egli stesso ha dato alla città nel corso dei suoi 16 anni di attività pastorale svolta sempre al servizio dei fedeli. Nei suoi 55 anni e di sacerdozio Don Pietro Mannuca ha svolto la sua attività pastorale nelle città di Catania, Castel di Iudica, Militello Val di Catania e, per finire, a Raddusa, a Libertinia ed a Monte Scarpello dove, dal 1966, è ufficialmente il rettore della piccola chiesetta ed il massimo responsabile dell’eremo, per incarico ricevuto dal Vescovo di Caltagirone di quel tempo. Oltre ad essere stato il parroco della parrocchia Immacolata Concezione di Raddusa Don Pietro Mannuca è stato anche Cappellano Onorario del Santuario della Madonna di Lourdes, grazie alla nomina ottenuta circa dieci anni fa dal Vescovo della diocesi francese a cui appartiene il Santuario. La figura del Parroco Don Pietro Mannuca resterà indelebile nella storia della piccola comunità raddusana e nel cuore di quei cittadini che hanno beneficiato della sua evangelizzazione. Nella foto di Rino Testaì il Parroco Don Pietro Mannuca e, sullo sfondo, l’Eremo di Monte Scarpello.   Francesco Grassia