Archivio Storico Diocesano e Soprintendenza: si restaurano due frammenti del "De Civitate Dei"
- di Redazione Il Solidale
- 1 set 2020
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CALTAGIRONE - Sono iniziati i lavori di restauro delle pergamene di Sant’Agostino custodite dall’Archivio Storico della Diocesi di Caltagirone. L’intervento è curato da Marta Filippini (Papier Restauro) ed è stato autorizzato dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania e realizzato grazie ai contributi dell’8x1000 della Conferenza Episcopale Italiana destinati alle istituzioni culturali ecclesiastiche. Si tratta di due bifogli (o bifolii) membranacei manoscritti e miniati, con una parte dell’opera "De Civitate Dei" che Agostino d’Ippona compone, come egli stesso rivela nelle sue Ritrattazioni, tra il 412 e il 426. L'intervento di restauro eseguito presso il laboratorio del Museo diocesano di Caltagirone e che prevede l'utilizzo sperimentale di nanocollagene come consolidante per la pergamena è curato dall'esperta Marta Filippini la quale spiega che “i bifolii presentano danni meccanici di grave entità, in particolare ondulazioni, deformazioni, lacerazioni e lacune diffuse ai margini e in corrispondenza delle linee di rigatura. Visto il pessimo stato di conservazione la Diocesi ha deciso opportunamente di intervenire con il restauro per prevenire il rischio di ulteriori perdite di frammenti”. Francesco Failla, direttore dell’Archivio Storico diocesano, precisa che “il frammento caltagironese, di straordinario interesse sul piano paleografico e codicologico, è databile tra l’VIII e il IX secolo, di epoca precarolina quindi e fu certamente utilizzato come foglio di guardia. È giunto fino a noi attraverso le donazioni dell’avvocato Giuseppe Ingrassia appassionato bibliofilo e collezionista nella Caltagirone di fine Ottocento”. Opera di carattere storico, filosofico, teologico, morale e artistico, il "De Civitate Dei" presenta la nuova società, e con essa la Chiesa, che si delineano all’indomani della caduta di Roma e dell’impero a seguito dell’invasione dei Goti. Al termine del restauro le pergamene torneranno ad essere leggibili, saranno digitalizzate per favorire ricerche e approfondimenti da parte della comunità degli studiosi e inserite all'interno del percorso espositivo del Museo diocesano. Salvo Cona