Vita Polizzi, insegnante, mamma e pure giovane nonna. "Il 25 novembre è una triste ricorrenza"

  • di Redazione Il Solidale
  • 25 nov 2020
  • OPINIONI

Vita Polizzi, insegnante, mamma e pure giovane nonna. "Il 25 novembre è una triste ricorrenza"

CALTAGIRONE - Il 25 Novembre? E' una triste ricorrenza, ormai consolidata nella nostra mente. Non è facile parlare di femminicidio. E' certamente un dramma sociale. E sentirne parlare non ci sconvolge più. Le donne che hanno conquistato molti diritti su tutti i fronti, quando si tratta di amore sembra che siano rimaste ancorate al passato. Le donne amano incondizionatamente gli uomini e si sostituiscono alle loro madri, diventano badanti, baby sitter. Non hanno capito che occorre rispettare i ruoli di ognuno, soprattutto il proprio. Si comincia da piccoli ad educare le bambine al rispetto per loro stesse. Donne che vengono uccise per mano di chi diceva di amarle, donne che non si aspettano di certo di essere loro le vittime predestinate, ripongono tanta fiducia nel loro carnefice e pensano che non potranno mai arrivare a tanto. Sono le loro donne, le loro mogli, le madri dei loro figli, le compagne della loro vita eppure vengono uccise. Per paura di non possederle più, si possederle, perchè per alcuni uomini la donna è una proprietà e se lavorano, escono con le amiche, ridono, si divertono, si truccano, si vestono è una loro concessione. Essere indipendente poi è una ferita all’orgoglio maschile, sembra che manchi loro il terreno sotto i piedi e allora NO, non ci si può far ferire così e allora giù botte da orbi e le donne zitte per paura di “rovinare” l’equilibrio famigliare, magari dispiacere i propri genitori i propri figli, vergognarsi dinanzi agli altri. Allora cominciano i silenzi, le bugie a volte ci si può salvare scappando via, altre volte non si fa in tempo….   Vita Polizzi