"Non una di meno" per la psicologa ed educatrice Marilena Titone: "Le donne devono dire basta ad orrore e violenze"
- di Redazione Il Solidale
- 25 nov 2020
- OPINIONI
MARSALA - Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il fatto che ci sia una giornata dedicata è indice di una situazione ancora troppo lontana dalla normalità. La cronaca troppo spesso riempie i suoi spazi con notizie e dati agghiaccianti: il rapporto Eures segnala che in Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa dal suo convivente, dall’ex o da un parente. Dall’inizio dell’anno sono 91 le donne vittime di femminicidio. Dato non aggiornato, dal momento che nelle ultime 24 ore, altre due donne hanno perso la vita per mano di un uomo. Negli ultimi giorni una schiera di circa duecento donne tra giornaliste e star dello spettacolo hanno dato vita ad un manifesto di solidarietà all’insegnante di Torino, vittima di revenge porn. “Cara Franca (nome di fantasia ispirato a Franca Viola che con coraggio ha rifiutato il matrimonio riparatore dopo aver subito violenza) ti vogliamo dire grazie…”così recita la lettera. Questo grazie è a nome di tutte le donne che sono stanche di subire gli abusi e i soprusi di uomini che ritengono di poterle trattare come merce per rispondere ai bisogni subdoli che non sono naturali ma nascono da una condizione di disagio ed aberrazione; a tutte le donne che devono dire BASTA a tutto questo orrore, che devono trovare il coraggio come la nostra Franca, di denunciare le violenze subite a qualunque costo. La verità ci rende liberi ma per ogni conquista c’è un prezzo da pagare. In questo caso il prezzo è stato la perdita del lavoro, la diffamazione. Dolore che si aggiunge al dolore. Un dolore ancor più grande quando a screditarti è un’altra donna, portatrice anch’essa di un fardello secolare, che le vuole un passo indietro rispetto all’uomo, quando in realtà non sono indietro ma accanto con modalità diverse per natura. E’ vero Franca ha pagato un prezzo molto alto ma dietro il suo gesto si cela un grande atto di generosità,oltre che di dignità e rispetto, diventando esempio per tutte quelle donne che ancora non riescono ad urlare il loro NO. Bisogna demarcare in maniera netta il confine che separa la vittima dal carnefice. L’unico colpevole è il carnefice e non c’è e non ci sarà mai una corresponsabilità della vittima: se l’è cercata…; era vestita…; lei sapeva… Nessun comportamento o nessun atteggiamento potrà mai giustificare una violenza. Qualche settimana fa ci sono state le presidenziali in America. La vera notizia non è stata l’elezione di Joe Biden, quanto piuttosto il primato di Kamala Harris, prima donna alla vicepresidenza degli Stati Uniti. Queste notizie fanno ancora grande scalpore. Kamala non è certo la prima donna in gamba che si è messa in gioco alle presidenziali ma la prima che ce l’ha fatta perché un uomo ha creduto in Lei. Emozionante il suo discorso alle bambine e donne americane, monito per tutte le donne del mondo: “dream with ambition and know that there are no limits to what you can be”. Ogni anno in questa occasione ci troviamo a fare i conti con un bollettino di guerra, a ribadire le grandi competenze delle donne in tutti i settori, anche in quelli che sono sempre stati di dominio maschile. Dopo anni di lotte per ottenere pari dignità, pari opportunità con il sesso maschile, siamo ancora costrette a difenderci, a parlare di “quote rosa” che ci sbatte in faccia come il pensiero umano e soprattutto maschile non si sia evoluto a livello civile e sociale e psicologico. Cosa può porre rimedio a tutto questo orrore? Di certo non basta una giornata dedicata ed una sensibilizzazione in prossimità di essa. Semplicemente ogni bambino va educato all’amore e al rispetto dell’altro, un rispetto che deve partire dalla famiglia dove il bambino vede che la propria madre viene accudita dal padre, viene rispettata ed aiutata con una definizione dei ruoli stabile. Un modello equilibrato ed integrato che farà da specchio in tutte le situazioni al di fuori delle mura domestiche. In conclusione mi piace rievocare il concetto di “Anima” di Jung nella sua teoria dell’inconscio collettivo. Definisce l’Anima come femminile, aggraziata, feconda come la terra, accogliente come una madre, sacra come una donna. Ecco cosa è la DONNA. Marilena Titone