"Modello di accoglienza integrata 2017 è da proseguire". Esperti e cittadini a confronto
- di Redazione Il Solidale
- 5 dic 2020
- SOCIALE
PALERMO - "In tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, il superiore interesse del fanciullo deve essere una considerazione preminente". Così recita l'art.3, par.1 della "Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia" (Legge 176/91). Ed è quello che poi deve tenere presente in particolare il tutore il quale ha l’obbligo della comprensione del mandato del tutore e della principale normativa di riferimento, fondamentale per un corretto svolgimento di questo incarico, frutto di un'adeguata formazione multidisciplinare grazie alla quale acquisisce quegli strumenti culturali e conoscitivi di base per svolgere questo ruolo, cruciale nella vita dei minori stranieri non accompagnati. Il percorso formativo deve favorire un esercizio della tutela volontaria da parte di persone che abbiano acquisito conoscenze, accettato responsabilità e siano disponibili ad iniziare e portare avanti un'appropriata relazione col minore che sia significativa per qualità ed efficacia, a garanzia di una "buona" accoglienza che veda coinvolti altri protagonisti dell'affido, come le famiglie che vanno giustamente sostenute, secondo modelli già sperimentati. Ed è proprio questi argomenti sono stati affrontati e sviscerati nel corso di un incontro online che si è svolto sul Progetto internazionale "Epic" (European Practice for Integration and Care), al quale hanno partecipato esperti, rappresentanti istituzionali e cittadini impegnati nel sociale, tutti concordi nel ribadire che è necessario continuare a portare avanti il modello di accoglienza integrata dei minori stranieri avviato nel 2017, continuando a promuovere l'affido ma anche il sostegno delle famiglie di appoggio e dei tutori volontari. Durante lo stesso incontro ci si è soffermati pure, così come ha fatto Pasquale D'Andrea (Garante comunale per l'infanzia e l'adolescenza), sul fatto che "resta alta la difficoltà di garantire un futuro in contesti, come quello palermitano, in cui la disoccupazione giovanile supera il quaranta per cento". D’Andrea ha poi posto l'accento sulla "opportunità di continuare il percorso già intrapreso, a vario livello, nella prospettiva di accogliere presto a Palermo altri duecento minori stranieri”. Invece, della promozione dell'affido familiare e delle famiglie di appoggio per i minori stranieri non accompagnati, ne ha parlato Laura Purpura, impegnata a svolgere l'attività di assistente sociale quale coordinatrice dell'U.O. Affidamento Familiare del Comune di Palermo, città dove l'accompagnamento e la cura dei bisogni dei tutori volontari avviene con l'Ufficio Monitoraggio Tutori, istituito dall’Unicef nella sede del Garante dell’Infanzia. Attualmente a Palermo ci sono 67 tutori a cui si aggiungono i 36 di Trapani ed i 40 di Agrigento. Ma secondo gli esperti e gli addetti al settore, questi numeri dovrebbero crescere con l'aumento dei Siproimi palermitani, pronti ad accogliere complessivamente altri nuovi duecento minori stranieri non accompagnati. Salvo Cona