Si celebra oggi il 102esimo anniversario dell’Appello “Ai liberi e forti” di Luigi Sturzo
- di Redazione Il Solidale
- 18 gen 2021
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CALTAGIRONE - Il 18 gennaio 1919, 102 anni fa, dall'albergo Santa Chiara di Roma, don Luigi Sturzo lanciava l’Appello ai "Liberi e forti" rivolto a quanti, "uomini moralmente liberi e socialmente evoluti", erano disposti a impegnarsi a sostenere un progetto politico e sociale per l’Italia all’indomani della Prima guerra mondiale. Tra i membri della Commissione provvisoria del Partito Popolare Italiano, guidata da Luigi Sturzo (che ne fu segretario politico fino al 1923), vi erano Giovanni Bertini, Giovanni Bertone, Stefano Gavazzoni, Achille Grandi, Giovanni Grosoli, Giovanni Longinotti, Angelo Mauri, Umberto Merlin, Giulio Rodinò e Carlo Santucci. Rileggere a distanza di così tanto tempo il celebre “Appello ai liberi e forti”, non si può non rimanere colpiti dalla modernità e dall’attualità del testo che conferma come don Luigi Sturzo era in politica per conseguire l’affermazione piena e effettiva delle libertà politiche, civili ed economiche ed era ben consapevole che senza le ultime, le prime due sarebbero state impossibili o vane. Infatti, nell’Appello si legge: “Ad uno Stato accentratore tendente a limitare e regolare ogni potere organico e ogni attività civica e individuale, vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno Stato veramente popolare, che riconosca i limiti della sua attività, che rispetti i nuclei e gli organismi naturali – la famiglia, le classi, i Comuni – che rispetti la personalità individuale e incoraggi le iniziative private”. Purtroppo, con la morte di don Luigi Sturzo, preceduta di poco da quella di Alcide De Gasperi, tramontò quella generazione di cattolici, liberi e forti, che aveva visto nell’Appello non solo il proprio punto di riferimento ideale e valoriale, ma anche un programma di riforme necessarie per limitare il potere pubblico e salvaguardare la libertà della società". In occasione del 102esimo anniversario dell’Appello “Ai liberi e forti” da parte del sacerdote, sociologo e politico di Caltagirone, il sindaco del Comune di Caltagirone, Gino Ioppolo ha sottolineato che “il pensiero di Luigi Sturzo è ancora molto attuale, sia quando il sacerdote e statista esalta le autonomie locali, sia quando richiama ciascun amministratore al rispetto sacrale delle finanze pubbliche contro ogni spreco e malcostume che spesso alimentano la 'malabestia' della partitocrazia, secondo l’espressione da lui usata”. Anche per il presidente del Consiglio comunale di Caltagirone, Massimo Alparone, “quello di Luigi Sturzo è un fulgido esempio di impegno forte e coerente al servizio della comunità, che ne fa ancora oggi uno straordinario modello da seguire”. Salvo Cona