Un piano vaccinale strategico per raggiungere anche per persone vulnerabili e socialmente fragili. Focus di Maria Pangaro, direttore EFAL nazionale

  • di Redazione Il Solidale
  • 22 feb 2021
  • OPINIONI

Un piano vaccinale strategico per raggiungere anche per persone vulnerabili e socialmente fragili. Focus di Maria Pangaro, direttore EFAL nazionale

Di recente un gruppo di associazioni aderenti al Tavolo Immigrazione Salute (TIS) hanno scritto al Ministro della Salute Roberto Speranza per proporre soluzioni contro gli ostacoli all’accesso ai vaccini da parte di tanti cittadini in condizioni di vulnerabilità, fragilità sociale e irregolarità.

“L’impostazione esclusiva di iscrizione tramite piattaforma nazionale/regionale per la prenotazione del vaccino presso il proprio medico di medicina generale o in altro luogo, potrebbe essere un ostacolo discriminante per la popolazione socialmente più fragile, come è già successo in alcune Regioni con l’obbligatorietà di ricetta dematerializzata e prenotazione on line”. 

E’ quanto si legge in una lettera inviata al Ministro della Salute. Queste associazioni, riunite nel Tavolo Immigrazione e Salute (TIS), hanno elencato una serie di raccomandazioni al Ministero della Salute per raggiungere alcune centinaia di migliaia di persone appartenenti a categorie socialmente fragili o che vivono in situazioni che possono essere di ostacolo per l’accesso al piano vaccinale.  Il TIS ha elencato tra questi le persone, italiane e straniere, accolte in strutture collettive, coloro che sono senza documenti o permesso di soggiorno, i cittadini comunitari in condizione di irregolarità amministrativa, i richiedenti asilo che ancora non hanno potuto accedere al servizio pubblico e gli apolidi, nonché i soggetti socialmente fragili che vivono in insediamenti informali o comunque chi non ha il medico di base ed ha difficoltà di accesso al SSN. Tra questi vi sono anche le centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici straniere in fase di regolarizzazione ed in attesa del permesso di soggiorno, per i quali non sempre è stato dato accesso al Servizio Sanitario Nazionale, pur avendone diritto. 

Una delle maggiori difficoltà segnalate al Ministero della Salute è la mancanza di documenti per poter accedere di fatto alle prestazioni offerte dal Servizio sanitario pubblico, tra cui in questa fase è cruciale la vaccinazione anti Covid19. 

Ecco in breve cosa è stato chiesto al Ministro Speranza:

  •   siano inserite specifiche modalità di inclusione nel Piano Vaccinale Nazionale a favore dei soggetti socialmente fragili, delle persone che vivono in insediamenti informali, dei ‘senza fissa dimora’ compresa la popolazione migrante, dei richiedenti asilo, rifugiati e apolidi a prescindere dal proprio status giuridico e delle persone accolte in strutture collettive emergenziali o particolarmente affollate. 
  •   sia prevista una “flessibilità” amministrativa, così come indicata dall’AIFA, eventualmente anche mediata da enti locali e/o da organizzazioni dell’associazionismo e del terzo settore, per agevolare la vaccinazione a chi si trova sul territorio nazionale pur non avendo documenti quali tessera sanitaria, documento di identità o codice fiscale prevedendo;  
  •   sia valorizzato il ruolo fondamentale dell’associazionismo, il coinvolgimento delle  comunità di immigrati e di mediatori culturali al fine di favorire la comunicazione ed  identificare le persone affette da particolari fragilità socio sanitarie da sottoporre subito a  vaccinazione anche prevedendo, in alcuni casi, un’offerta vaccinale attiva in specifici luoghi  di aggregazione (‘medicina di prossimità’), tenendo conto della necessità di garantire il  richiamo vaccinale in una popolazione difficile da rintracciare. 

Quanto riportato sono misure che possono aiutare ad arginare la pandemia che da oltre 1 anno ha colpito il mondo intero. Favorire una diffusione capillare del vaccino anche tra i migranti non può che salvaguardare l’intera popolazione. Certo mancano ancora chiare indicazioni sulle procedure e modalità di un sistema nazionale per le vaccinazioni ma di certo non si può non tenere conto della presenza di soggetti vulnerabili e fortemente fragili. La tutela della popolazione più fragile è la garanzia per riprendere una vita sociale nel più breve tempo possibile e garantire la tanto sospirata ripresa economia di questo Paese.

Come EFAL nazionale nel mese di luglio grazie a due nostre strutture associate Omega Formazione e EFAL Salento, abbiamo erogato un percorso di informazione e formazione per operatori multidisciplinari impegnati in cooperative sociali come strutture di prima e seconda accoglienza all’interno del sistema SIPROIMI.

Un momento di formazione a distanza che ha consentito a tanti operatori dell’accoglienza di poter essere formati e soprattutto informati non solo per proteggere se stessi ma anche gli ospiti stranieri dei centri di accoglienza coinvolti all’interno di questo percorso di formazione.   Maria Pangaro (Direttore EFAL nazionale)