Papa Giovanni Paolo II e la sua lettera alla donna.... di Santi Sfragano, scrittrice

  • di Redazione Il Solidale
  • 8 mar 2021
  • OPINIONI

 Papa Giovanni Paolo II e la sua lettera alla donna.... di Santi Sfragano, scrittrice

In vista della quarta Conferenza Mondiale sulla donna, del 29 giugno 1995,  Papa Giovanni Paolo II conclude così la sua lettera alla donna: 

"Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani".

Una enorme ricchezza, dunque la donna, spesso sottovalutata e messa al margine, ma che oggi 8 marzo ci accingiamo ancora una volta a festeggiare, per rimarcare il suo ruolo unico e indispensabile nella società.

Quanti soprusi nei millenni, la donna è stata costretta a sopportare, tutt'oggi anche nei paesi in pieno sviluppo oltre che in quelli sottosviluppati dove si trova ancora avvolta da una certa spirale di sottomissione arcaica all'uomo.

Quando penso alla rivalutazione della dignità della donna, non posso non pensare alle donne africane alle quali ancora ai nostri giorni viene praticata la barbara pratica dell'infibulazione.

Non posso non pensare a quelle donne costrette a prendere decisioni estreme sulla nascita di un ipotetico figlio per mancanza di assistenza statale, nessuna donna dovrebbe giungere ad una decisione così disumana a causa di un governo assente che la induce indirettamente a non avere altra scelta. 

Non posso non pensare a quelle donne ammazzate dalla furia di una malata gelosia del proprio marito o compagno. 

Non posso non pensare a quelle donne sfruttate e sottopagate nel loro ambito lavorativo.

Non posso non pensare a quelle donne maltratte e stuprate per un folle capriccio.

La donna è stata spesso descritta dall'immaginario collettivo come "Il sesso debole", nulla di più falso se per debole s'intende  una spiccata sensibilità e uno sfaccettato mondo interiore.  Se poi a questo  aggiungiamo il dono dell'istinto materno, non possiamo che trovarci innanzi una figura dai tratti, passatemi il termine, quasi "divini". 

Adesso non voglio assolutamente enfatizzare la figura femminile a scapito di quella maschile essendo entrambi due facce della stessa medaglia dove nessuno è superiore o inferiore all'altro, ma entrambi con i propri ruoli sono chiamati a valorizzare le rispettive qualità di ciascuno.

Ed è nella reciprocità di questa valutazione dei diritti che può venir fuori la vera immagine della donna: una enorme risorsa, un patrimonio che va preservato, curato e amato. 

Si giungesse a questo potremmo dire  seriamente di voler omaggiare oggi la donna!  Santi Sfragano