Un nuovo progetto teatrale per Chiaraluce Fiorito e Melania Manzoni, tratto da storie vere e testimonianze dirette

  • di Redazione Il Solidale
  • 16 mar 2021
  • EVENTI

Un nuovo progetto teatrale per Chiaraluce Fiorito e Melania Manzoni, tratto da storie vere e testimonianze dirette

Il Solidale ha già più volte dato spazio al progetto artistico che ho intrapreso insieme a Chiaraluce Fiorito e lo ha fatto per raccontare dello spettacolo “Mi chiamo Maris e vengo dal mare” e dei suoi approdi nei vari teatri tra il 2018 e il 2019. Agli inizi del 2020 avevamo diverse date in programma, si percepiva un certo interesse intorno alla storia di Maris ed eravamo contente. Poi boom: una pandemia, una realtà che nessuno di noi avrebbe minimamente immaginato. Il Covid-19 ha fermato il cammino e i progetti di tutti i gruppi teatrali, i festival, i teatri, i professionisti dello spettacolo ma non ha fermato le nostre idee e la nostra voglia di credere nelle utopie. Ad aprile del 2020, abbiamo iniziato a pensare a una nuova ricerca, qualcosa che continuasse idealmente l’impegno che avevamo avviato con Maris. Un impegno fatto di ricerca, di ascolto, che ci ponesse davanti a una scelta netta, quella della parte da cui stare. Come gruppo di lavoro intendiamo raccogliere e raccontare storie "minori", l'intento non è quello di esprimere un punto di vista politico o rappresentare un movimento attivista, il nostro intento è artistico e umanistico: raccontare storie, l'altra faccia di un conflitto. In una telefonata “memorabile” ho colto quella che mi sembrava un’idea stravagante: riflettere sulle donne combattenti curde. Della loro storia sapevo poco, pochissimo, ma Chiaraluce era entusiasta, parlava di quello che aveva letto e così ci siamo messe sulle tracce di nuove storie da raccogliere e da ascoltare. La ricerca è la prima cosa per noi, abbiamo iniziato a studiare, a leggere, a comprare libri saggi e romanzi, a guardare documentari e ascoltare podcast. Avevamo un obiettivo: capire cosa raccontare, ci siamo spogliate dei pregiudizi, abbiamo pulito le cronologie di navigazione dalle fonti inattendibili e, come fatto per la storia di Maris, abbiamo iniziato ad ascoltare le fonti. Stiamo raccogliendo storie e testimonianze di donne italiane e curde che hanno combattuto/stanno combattendo per la libertà in un territorio articolato - storicamente e geopoliticamente – come il Kurdistan. A partire da storie vere e testimonianze dirette vogliamo sviluppare delle storie che diventeranno simbolo della libertà di espressione, di diritto alla vita di un popolo e di un singolo individuo. Sarà dalla drammaturgia scritta a quattro mani che Chiaraluce troverà la gestualità, il movimento, il linguaggio scenico che farà vivere queste nuove storie da vivere e rappresentare.  Abbiamo bisogno di questa storia. Ci aiuta a guardare avanti, ad avere una prospettiva e ci auguriamo che ci possano essere nuove prospettive per tutti i lavoratori dello spettacolo. Il nostro progetto è in cammino e ci teniamo a ringraziare Stefano Galieni, giornalista di Left e presidente dell'Associazione Diritti e Frontiere (ADIF www.a-dif.org ), supporto fondamentale e imprescindibile e la Dott.ssa Hazal Koyuncuer, portavoce della Comunità curda in Italia e membro del CUB IMMIGRAZIONE Milano.   Melania Manzoni