Al premio nazionale di Poesia di Chiaramonte Gulfi si omaggia il poeta Sebastiano Patanè Ferro

  • di Redazione Il Solidale
  • 26 lug 2021
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Al premio nazionale di Poesia di Chiaramonte Gulfi si omaggia il poeta Sebastiano Patanè Ferro

Sabato 24 luglio, nella splendida cornice del Convento Francescano, si è tenuta la premiazione del Premio Nazionale di Poesia "Città di Chiaramonte Gulfi". Quest’anno il premio ha visto la partecipazione di una Giuria di prestigio e di vincitori altrettanto di prestigio, in particolar modo desidero citare la menzione d’onore ricevuta dal nostro  Sebastiano A. Patané Ferro (nella foto) per il suo libro  “Gli angoli (aprono i loro acuti per ingoiarci)” (ed. Smasher), scomparso il 26 maggio di quest’anno. Tanti gli amici che lo hanno voluto ricordare in questa occasione, tra cui lo stesso presidente del concorso, Sergio D’Angelo, che ha voluto dedicare la serata alla sua memoria, citando le sue stesse parole “non è facile scrivere poesie ed essere poeti al tempo stesso, Sebastiano riusciva a fare l’uno e l’altro…> vogliamo ricordarlo con  questi versi, tratti dalla raccolta premiata.

[devo tornarci ogni giorno]

Non ci andavo da tempo ma le ginestre continuavano a crescere uguali

tra le pietre dell’indifferenza lungo le crepe della sciara

risaliamo gli inchiostri fino a trovare parole per poterci dire qualcosa ancora

-i capelli, son diversi, bianchi…-

Ho accostato falsi e veri nei ricoveri della mente quando impazzivo per l’assenza

quando i fiumi d’eucalipto s’addensavano dietro le sponde dei ricordi

oppure quando ridevo e ridevo dei surrealismi naif sbocciati dalle mani

-anche le spalle, sembrano incurvate-

i girovaghi sorseggiano la vita a mezzi episodi per volta

circondandosi di varchi e muraglie per dare e trattenere

senza contare gli spiccioli che fanno della vita una continua attesa

-il sorriso, non c’è più sorriso…-

Devo tornarci ogni giorno in quella radura dove posso incontrarti padre

e dirti- ma tu lo sai -del vuoto vuoto delle cavità illegittime

degli occhi bucati da un sole sfacciato che non si vuole mettere da parte

-e nemmeno voce…-

i calendari, come le ginestre, continuano a riempirsi di segni

ed i bambini cresciuti sono già altra miseria sulla strada

mentre una luna di stagno mi segue passo passo

per sempre nei nostri cuori, ciao Se!…

                                                                                                                     Santina Lazzara