Mineo. Il fuoco che incendia l'etica e la responsabilità: ma i cittadini sono indignati?

  • di Redazione Il Solidale
  • 12 ago 2021
  • OPINIONI

Mineo. Il fuoco che incendia l'etica e la responsabilità: ma i cittadini sono indignati?

MINEO. Ha creato indignazione in molti menenini l’aver appreso che in occasione della celebrazione del matrimonio di un consigliere comunale, avvenuta durante il "gran caldo" degli ultimi giorni del mese di luglio (proprio in un periodo in cui la Protezione civile invitava la popolazione ad adottare comportamenti di massima cautela) si è dato vita a uno spettacolo pirotecnico, la cui accensione dei fuochi d'artificio è avvenuta in prossimità del "Castello Ducezio". Ciò ha destato grande stupore in molti, tanto da ritenere contraddittorio l’aver saputo dell’esistenza sia di un’ordinanza sindacale di divieto di  accensione di fuochi (attualmente in vigore) e sia di una specifica autorizzazione del sindaco di Mineo, rilasciata nel mese di maggio dell'anno in corso, per lo sparo di fuochi d’artificio in occasione di questa festa nuziale. Adesso però ci si chiede: “Ma alla luce dell'emergenza climatica attuale che determina temperature roventi  e della totale assenza di qualsiasi intervento di scerbatura in prossimità delle aree interessate dagli spari, con quale senso di responsabilità il primo cittadino non ha invece impedito lo svolgimento dello spettacolo pirotecnico? Il buon senso e la diligenza del buon amministratore non imponeva forse la revoca di tale autorizzazione?” E poi ci si domanda anche: “Sarebbe stata concessa a un privato cittadino, come al consigliere comunale, l’autorizzazione a far esplodere fuochi d'artificio ad oltre 40 gradi di temperatura, su un'area comunale piena di sterpaglie e a palese rischio incendi, anziché garantire i necessari interventi di prevenzione degli incendi?” Insomma, fatto sta che quella sera (guarda caso) il fuoco ha messo le famiglie della zona in preda al panico, deturpando un bene culturale e devastando alcune aree urbane.

Alla fine, il sindaco (chiamato in causa dall'opposizione che ne ha chiesto addirittura le dimissioni), come ad ammettere le responsabilità dell'ente locale, ha rimosso il responsabile dell'ufficio tecnico, suscitando perplessità in coloro i quali vorrebbero ulteriori risposte: “Ma se l'autorizzazione l'ha firmata il sindaco e non il responsabile dell'ufficio tecnico, perché scagliarsi contro il funzionario? Ad organizzare i fuochi d'artificio è stato il dipendente comunale o un suo consigliere comunale? Forse ha sbagliato persona da licenziare?”.

Come se non bastasse, in paese c’è spazio anche per altre polemiche, perchè “non risulta che il sindaco e la giunta abbiano mai prodotto un atto di indirizzo agli uffici per la manutenzione dell'area del Castello Ducezio”. Per questi menenini, “non basterà un capro espiatorio, magari una versione moderna di ‘ponzio pilato’, perché a prescindere da eventuali responsabilità penali (eventualmente sarà l'autorità giudiziaria ad accertarlo) qui c'e' prima una questione etica e poi una storia di cattiva gestione che investe il sindaco e gli amministratori comunali, tanto da chiedersi: qualcuno vuole arrossire o basta solo giocare a scarica barile?”