Corteo storico di Caltagirone:"Un viaggio tra rito e mito"

  • di Redazione Il Solidale
  • 29 giu 2015
  • CULTURA

Corteo storico di Caltagirone:"Un viaggio tra rito e mito"

Caltagirone. Vito Dicara, noto professore calatino di Bibliografia, Biblioteconomia e Archivistica, nel suo libro “Il Corteo Storico del Senato di Caltagirone nella festa barocca”, redatto nel 1990, ha voluto scavare nella storia di Caltagirone per restituirle i significati originari del suggestivo Corteo Storico del Senato: l’ordine, i colori e le insegne dei rispettivi vestiti.
A tale proposito, per ben comprendere questo frammento importantissimo del passato Caltagironese, per molti anni tenuto nascosto alle generazioni odierne, il quale, ascoltato da Prima Stampa degli Erei, ci accompagnerà in un viaggio stracolmo di ritualità e mitologia.
Salve Professore Dicara, che cosa simboleggia il “Corteo storico del Senato”?
Il Corteo storico del Senato, risalente al 1606, è la figurazione di uno status, la narrazione e la semplificazione di un fatto importante che deve indicare qualcosa. Esso è un tutt’uno tra rito, ovvero ciò che rappresenta attraverso i suoi significati, e mito, ovvero ciò che favoleggia: per di più le figure, che lo compongono, fungono da concetti, dialogando fra loro e lo spettatore. Il corteo, insieme alla musica e ai luoghi, rappresenta la sfumatura barocca che colpiva e coinvolgeva direttamente i cittadini nelle celebrazioni festive.
Perché nella Caltagirone barocca, dal 1606 fino ai giorni nostri, le celebrazioni festive sono cosi importanti tanto da parlarne in un libro?
Le tradizionali celebrazioni festive, che hanno sempre contraddistinto la città di Caltagirone, si pongono al centro come fatto globale cittadino e lasciano le loro tracce nel ricordo visivo del popolo e anche nei tecnici – architetti che, a distanza di anni, ne applicano i caratteri e stili delle strutture e degli arredi urbani stabili. Inoltre nelle feste è anche fondamentale la musica, la quale ricopre anche un carattere aulico e popolare, rivestendo il ruolo di enfatizzazione e di eccitazione di fronte all’oggetto sacro o profano. Certamente un tempo vi erano una molteplicità di celebrazioni, oggi sempre più in diminuzione per diversi motivi: dalle acclamazioni, alle nozze, alle feste sacre e profane. Tutte queste prevedevano le luminarie, lo sparo dei mortaretti, i carri, le lunghe processioni con il Corteo del Senato, come avviene in parte tutt’ora per le feste locali della città, in particolar modo per la festa del Patrono San Giacomo Maggiore.
Professore, ha affermato che il Corteo è una delle sfumature barocche fondamentali presenti nelle celebrazioni festive: pertanto le chiedo, quante sono le figure che lo hanno reso fin da subito tale?
Bene, il Corteo storico del Senato principalmente si compone di 10 figure: giurati, patrizi, mazzieri, guardaroba, inservienti, capitano di giustizia, alabardieri, piffari, trombettieri e tamburi. Però, col passar degli anni, la struttura ideale del corteo ha subito delle modifiche: infatti, in un primo momento si sono aggiunti o sottratti i componenti delle figure, oppure sono state eliminate alcune di queste, mentre in un secondo momento, riconducibile ai giorni nostri, sono stati innovati anche gli abiti del tardo barocco.
Professore, a questo punto non c’è altro da giungere se non porgerle i ringraziamenti, a nome di tutti i lettori, per la sua disponibilità. In conclusione, alla luce di tutto ciò, vorrei aggiungere che la città di Caltagirone, affinché possa continuare a risplendere ancor di più, debba rispolverare quella tradizione storica – culturale che ha fatto di essa il fiore all’occhiello della Sicilia orientale. Indubbiamente, la realtà passata era molto diversa da quella odierna, la quale incombe in una situazione difficile macchiata dalla crisi economica ma anche e soprattutto, ahinoi, da una vera e profonda crisi sociale – culturale. Quindi, volendo fare un parallelismo fra la Caltagirone di prima e di ora? Oggigiorno viene dimenticato sempre più ciò che è stato e che ha reso importante questa tanto amata città barocca siciliana. Alessandro Annaloro (Foto di archivio)