Dal SAI “Palermo MSNA” di Trabia gestito dal Consorzio "Umana solidarietà", Abdoul Aziz scrive che gli piace il suo Burkina Faso e l'Italia
- di Redazione Il Solidale
- 24 nov 2021
- Migrantes 2.0
Abdoul Aziz, questi i suoi due nomi, ha 17 anni ed è del Burkina Faso. E’ uno dei beneficiari che si trova nel centro di accoglienza SAI progetto “Palermo MSNA” di Trabia, in provincia di Palermo, gestito dal Consorzio "Umana solidarietà".
Istruito come gli altri dall’insegnante di Alfabetizzazione di Lingua italiana, Demurtas, oggi è in grado di esprimersi e scrivere bene in italiano, tanto da realizzare “questa intervista realizzata –sottolinea la dottoressa Gabriella Demurtas del centro di accoglienza SAI progetto ‘Palermo MSNA’ di Trabia- lasciando al ragazzo piena libertà di espressione, perché Abdoul Aziz parla molto bene l'italiano e lo ha imparato in poco tempo, facendo progressi ogni giorno”.
Istruito come gli altri dall’insegnante di Alfabetizzazione di Lingua italiana, Demurtas, oggi è in grado di esprimersi e scrivere bene in italiano, tanto da realizzare “questa intervista realizzata –sottolinea la dottoressa Gabriella Demurtas del centro di accoglienza SAI progetto ‘Palermo MSNA’ di Trabia- lasciando al ragazzo piena libertà di espressione, perché Abdoul Aziz parla molto bene l'italiano e lo ha imparato in poco tempo, facendo progressi ogni giorno”.
«Ciao, sono Abdoul A. e vengo dal Burkina Faso, ho 17 anni.»
Da quanto tempo sei qui in Italia?
«Sono in Italia da 7 mesi, ho fatto la quarantena a Trapani e poi sono venuto qui al SAI di Trabia.»
Ti piace vivere in Italia?
«Si, mi piace molto.»
Cosa ti piace dell’Italia?
«Il modo della vita, ci sono tante cose: la solidarietà, l’unione delle persone, l’arte nei musei. Mi piace molto via Roma a Palermo, quando scendo dal treno alla stazione Centrale la vedo davanti a me, dritta. Mi piace molto la Piazza dove ci sono le statue (Piazza Pretoria, conosciuta come Piazza della Vergogna). E poi mi piace tanto il Teatro Massimo.»
Quindi quello che ti affascina della città sono i monumenti?
«Si, mi piacerebbe molto vedere i musei dentro, le statue soprattutto, ma anche i quadri.»
Conosci qualche personaggio famoso dell’arte italiana?
«Si, Leonardo da Vinci.»
Cos’altro ti piace della nostra cultura?
«Quando sono venuto in Italia mi è sembrato strano che le donne sono come gli uomini: lavorano, hanno un comportamento come gli uomini; mi sono sembrati strani anche gli omosessuali, non hanno paura di farsi vedere. Nel mio paese invece non si fanno vedere.»
Ma tu lo sai perché questo succede in Italia e nella maggior parte dei paesi europei?
«Si, perché c’è la democrazia, la libertà di essere quello che vuoi, che manca nel mio paese. Se per esempio nel mio paese frequento una ragazza, lo devo fare di nascosto a tutti, soprattutto a mia mamma. Per il padre non è un problema invece, il padre non si interessa dei figli. Ma la mamma è troppo importante, se riesci a lavorare la prima persona a cui pensi è la tua mamma.
Prima di venire in Italia sono stato in Libia, nel campo in cui ero non era possibile telefonare, sono stato un mese senza poter chiamare mia mamma, lei pensava che fossi morto…»
Mentre invece se parliamo del tuo paese, quali sono le cose che ti piacciono e quelle che non ti piacciono?
«Del mio paese mi piace Thomas Sankara, è stato il presidente del Burkina Faso, è morto assassinato nel 1987. Lui ha fatto tante cose per la nazione, ha cercato di dare la libertà e la pace. Ha combattuto per l’indipendenza, ha combattuto per cercare di migliorare le condizioni della popolazione: ha costruito ponti, scuole, strade e ha piantato alberi nel Sahel (una zona desertica). Mi piace la nostra cultura perché è interessante, anche le tradizioni sono interessanti: per esempio la festa del Samben. Durante questa festa che è religiosa ma non musulmana, le persone indossano i vestiti tradizionali che sono bianchi neri rossi e blu; si balla, si canta e si mangia molto.
Invece non mi piace per niente il nostro modo di vivere, è proprio brutto, non puoi essere libero di fare quello che vuoi, c’è una mentalità chiusa e legata alla tradizione…»
Un’ultima domanda e poi concludiamo: cosa vorresti fare qui in Italia? Chi vorresti diventare?
«Voglio finire di studiare, perché mi piace tantissimo e poi mi piacerebbe lavorare in un Hotel!»