La tunisina Fatma scrive sulla vita delle donne dal centro SAI “Mirabella Imbaccari Ordinari”
- di Redazione Il Solidale
- 27 nov 2021
- Migrantes 2.0
Fatma è una ospite del SAI “Mirabella Imbaccari Ordinari”, arrivata dalla Tunisia insieme al nipote, che in occasione Giornata internazionale della violenza contro le donne scrive le proprie riflessioni sulla condizione delle donne tunisine e italiane, sotto l’attenta guida della dottoressa Filippa Berretta che in qualità di insegnante di Alfabetizzazione segue ed istruisce Fatma e le altre beneficiarie accolte nella struttura mirabellese coordinata da Manuela Scebba e gestita dalle cooperative sociali “Opera Prossima” e “Il Geranio”.
Ciao io sono Fatma e vivo in un centro di accoglienza a Mirabella Imbaccari, mi piace molto vivere qui perché ci sono tante persone che si prendono cura di me e di mio nipote. Come una ragazza tunisina che ha trascorso 26 anni in Tunisia parlerò della differenza tra cultura tunisina e cultura italiana. Vorrei dire che in base a quello che ho vissuto e che invece sto vivendo adesso in Tunisia siamo ancora bloccati nelle vecchie credenze e la mentalità verso le donne è molto chiusa purtroppo. Gli uomini stanno bene e ti fanno credere che le donne non hanno una mente completa ma gli uomini invece si è come se avessero un passaggio speciale nella vita. Ci fanno credere che se non abbiamo una bella vita è solo un'esperienza personale. Noi donne non possiamo lamentarci o negoziare il nostro posto nelle pulizie domestiche, nel prenderci cura dei bambini e lavorare. Fino ad ora siamo state maltrattate e mancate di rispetto e dobbiamo tenere tutto dentro e alla fine siamo schiavi della nostra cultura, della nostra società, della nostra religione!!! Le cose che ci succedono non li abbiamo scelti abbiamo solo dovuto convivere con questa situazione. Quando sono venuto qui in Italia e ho visto come ci trattano e ho potuto vedere la differenza, abbiamo apprezzato la loro umanità, invece in Tunisia non apprezzano le donne. Non mi sentivo salva nel mio paese e qui mi sento libera di fare quello che voglio, ora posso vedere un futuro in cui posso essere indipendente.
Salut, je m'appelle Fatma et j'habite dans un centre d'accueil à Mirabella Imbacari, j'aime beaucoup vivre ici car il y a tellement de gens qui s'occupent de moi et de mon neveu. En tant que fille tunisienne qui a passé 26 ans en Tunisie, je vais parler de la différence entre la culture tunisienne et la culture italienne. Je voudrais dire que sur la base de ce que j'ai vécu et qu'au lieu de cela je vis maintenant en Tunisie, nous sommes toujours coincés dans de vieilles croyances et malheureusement la mentalité envers les femmes est très fermée. Les hommes vont bien et vous font croire que les femmes n'ont pas un esprit complet, mais les hommes ont plutôt l'impression qu'ils ont une étape spéciale dans la vie. Ils nous font croire que si nous n'avons pas une bonne vie, ce n'est qu'une expérience personnelle.
Nous, les femmes, ne pouvons pas nous plaindre ou négocier notre place dans l'entretien ménager, la garde des enfants et le travail. Jusqu'à présent, nous avons été maltraités et irrespectueux et nous devrions tout garder à l'intérieur et à la fin nous sommes esclaves de notre culture, de notre société, de notre religion !!! Nous n'avons pas choisi les choses qui nous arrivent, nous avons juste dû vivre avec cette situation. Quand je suis venu ici en Italie et que j'ai vu comment ils nous traitaient et que j'ai pu voir la différence, nous avons apprécié leur humanité, mais en Tunisie, ils n'apprécient pas les femmes. Je ne me sentais pas en sécurité dans mon pays et ici je me sens libre de faire ce que je veux, maintenant je peux voir un avenir où je peux être indépendant.