Autismo e attività sportiva. Protocollo fra Asp, Fisdir e Endas per realizzare #SportAnchio#

  • di Redazione Il Solidale
  • 16 dic 2021
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Autismo e attività sportiva. Protocollo fra Asp, Fisdir e Endas per realizzare #SportAnchio#
(Salvo Cona) CATANIA. Siglato ieri mattina, mercoledì 15 dicembre, presso i locali della Direzione Generale dell’Asp di Catania, il protocollo d’intesa fra l’Azienda sanitaria provinciale, Federazione Italiana Sport Disabili Intellettivo-Relazionali (Fisdir Sicilia) e l’Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale (ENDAS Sicilia), per la realizzazione del Progetto #SportAnchio#Tennis tavolo plus che vede coinvolti 12 ragazzi, utenti del Centro diurno autismo di Catania.
Avviato per la prima volta nel 2018 dall’UO Centro Autismo, #SportAnchio# rappresenta un modello efficace e ben sperimentato, a valenza abilitativa e riabilitativa, di avviamento allo sport a favore di soggetti con autismo.
Con questo accordo - sottoscritto ieri dal direttore amministrativo dell’Asp di Catania, Giuseppe Di Bella; dal segretario provinciale FISDIR, Claudio Pellegrino; e dal presidente regionale ENDAS, Germano Bondì - si rinnova, anche per quest’anno, il Progetto #SportAnchio#.
Presenti ieri, alla sottoscrizione del protocollo, il direttore del Dipartimento di Salute Mentale, Carmelo Florio; il direttore dell’UO Centro Autismo, Alfina Ruggeri; la responsabile del modulo età scolare dello stesso Centro, Maria Letizia Di Stefano; la coordinatrice terapista del Centro diurno, Mirella Costa, referente progettuale per l’Asp di Catania; e per l’UOC Affari generali, il funzionario amministrativo Agata Di Pietro.
«Voglio ringraziare i nostri partner in questo percorso - ha detto Di Bella - e i nostri operatori da sempre impegnati nella costruzione di progetti innovativi per migliorare la qualità di vita dei nostri ragazzi e sostenere le loro famiglie. In questi anni con SportAnchio abbiamo osservato ottimi risultati che ci hanno incoraggiato a proseguire con convinzione nella strada intrapresa».
«Siamo orgogliosi di poter collaborare a questo progetto - ha aggiunto Bondì - che, nella sua unicità, può rappresentare un elemento distintivo e può offrire grandi opportunità per il miglioramento della qualità di vita di questi ragazzi. A loro rivolgiamo le nostre attenzioni soprattutto in questo periodo di restrizioni dovute alla pandemia. Attraverso lo sport potranno raggiungere ottimi livelli di autonomia e indipendenza».
«Lo sport - spiega Alfina Ruggieri - è ormai riconosciuto come valido strumento abilitativo e terapeutico per tutte le persone con disabilità fisica o mentale. Nel corso delle precedenti annualità del progetto abbiamo potuto appurare, per i nostri ragazzi, i benefici conseguenti all’attività fisica associati alla gratificazione personale con importanti ricadute sull’autostima e sul senso di autoefficacia».
«Per ciascun ragazzo - illustra Maria Letizia Di Stefano - sarà definito un progetto individuale in cui saranno stabiliti gli obiettivi personali da conseguire. Ci riferiamo a obiettivi relativi allo sviluppo delle potenzialità individuali, alla socializzazione e alla spinta all’integrazione sociale. Il conseguimento degli obiettivi sarà verificato in itinere e alla fine delle attività, in piena sinergia con le famiglie».
«Un punto di forza del progetto è sicuramente rappresentato dalla costruzione di una rete di lavoro e di promozione del benessere dei nostri ragazzi anche in contesti diversi da quelli terapeutici - aggiunge Costa -. Nei due anni precedenti, nella cornice di SportAnchio, abbiamo ad esempio realizzato un corso di formazione per istruttori sportivi di diverse discipline. Grazie a questa esperienza sono stati numerosi i tecnici sportivi che con il loro lavoro hanno contribuito alla presa in carico dei nostri ragazzi in differenti attività sportive, offrendo loro momenti di socializzazione e opportunità di inclusione».
Sotto il profilo sportivo «oltre ad avviare i nostri ragazzi alla disciplina del tennis tavolo - conclude Claudio Pellegrino - daremo loro l’opportunità di cimentarsi anche in attività agonistiche, iscrivendosi a un’associazione sportiva dedicata, partecipando alle diverse attività e alle numerose competizioni. Realizziamo così un’idea, condivisa tre anni fa, di poter coinvolgere nella pratica sportiva non solo ragazzi con disabilità fisica, ma anche ragazzi con disabilità intellettiva».