Cara di Mineo, dall'emergenza...all'emergenza!
- di Redazione Il Solidale
- 18 nov 2015
- OPINIONI
Il futuro del CARA di Mineo è arrivato a un bivio, ce lo si aspettava, ma le sorprese non sono finite: si è imboccata una rotonda in cui non ci si riesce più a raccapezzare per trovare la giusta uscita.
Una storia da cui Pirandello avrebbe trovato spunti preziosi per le sue opere.
Ma veniamo ai fatti: presenze degli ospiti crollati e prossimi alla pericolosa soglia delle 1500 unità, esuberi aziendali vicini al 50%, trasferimenti con il contagocce di risorse economiche, esasperazione dei dipendenti per i mancati pagamenti degli stipendi e per il pessimismo circa il proprio futuro.
Una storia che trova un logico epilogo nella ridistribuzione degli arrivi in tutto il territorio nazionale e che presenta, per la Sicilia, un surplus da smaltire e riposizionare sulle regioni del nord: una decisione che avrebbe avuto pesanti contraccolpi sulla tenuta occupazionale delle tante persone che hanno inventato questo nuovo lavoro dell'accoglienza e che hanno maturato enormi competenze -umane e professionali- in ragione dell'impegno speso e dell'esperienza acquisita.
Ora la palla passa sul campo delle trattative sindacali lacerando ancor di più il già provato animo degli attori in scena: da un lato la dirigenza costretta a far di conti con le irrisorie risorse e dall'altro i sindacati indecisi tra il rispetto delle regole e il confronto "soft" o lo scontro "vecchia maniera" con serrate e dimostrazioni; nel mezzo i dipendenti disperati che quasi si identificano con l'ospite richiedente asilo.
A far da spettatori, ecco le Istituzioni che tra un tavolo tecnico e l'altro sortiscono il solo effetto di aumentare la confusione e alimentare il nervosismo. P.T.