'La storia di un uomo in cerca del diritto alla vita'. E' il beneficiario Haykel Derbeli tunisino di 35 anni dal SAI di Tusa (ME), gestita da 'Consorzio Umana Solidarietà' e 'Il Geranio'
- di Redazione Il Solidale
- 5 apr 2022
- Migrantes 2.0
Dalla struttura di accoglienza SAI Ordinari di Tusa (ME), gestita dal “Consorzio Umana Solidarietà” e dalla cooperativa sociale “Il Geranio”, il beneficiario ospite Haykel Derbeli tunisino di 35 anni lì racconta la sofferta ma necessaria decisione di trasferirsi in un altro Paese per garantire alla sua famiglia condizioni di vita più dignitose ma soprattutto il diritto alla salute.
A seguire Haykel e gli altri beneficiari, ospitati nelle strutture di accoglienza coordinate dalla dottoressa Nadia Salvaggio, è la dottoressa Giuseppina Di Marco in qualità di insegnante di Alfabetizzazione di lingua italiana.
A seguire Haykel e gli altri beneficiari, ospitati nelle strutture di accoglienza coordinate dalla dottoressa Nadia Salvaggio, è la dottoressa Giuseppina Di Marco in qualità di insegnante di Alfabetizzazione di lingua italiana.
La storia di un uomo in cerca del diritto alla vita.
In Tunisia erano tante le cose che non andavano bene. Lavoravo tutto il giorno ma non riuscivo a sostenere le spese necessarie alla mia famiglia, soprattutto quelle mediche. Spesso non avevamo niente da mangiare e i vicini ci portavano qualcosa. La situazione è peggiorata dopo un brutto incidente in macchina che mi ha impedito di lavorare per molto tempo.
In Tunisia erano tante le cose che non andavano bene. Lavoravo tutto il giorno ma non riuscivo a sostenere le spese necessarie alla mia famiglia, soprattutto quelle mediche. Spesso non avevamo niente da mangiare e i vicini ci portavano qualcosa. La situazione è peggiorata dopo un brutto incidente in macchina che mi ha impedito di lavorare per molto tempo.
Nel mio paese se non hai denaro non hai diritti. Quando le bambine avevano bisogno di cure mia moglie doveva portarle sulle spalle per dei chilometri considerato che non avevamo una macchina. Purtroppo, a causa di una grave malattia di una delle mie figlie questo era necessario tutti i giorni. Mia figlia, la maggiore, non è mai potuta andare a scuola perché era troppo distante. Accompagnarla non era possibile perché non sarei potuto andare a lavorare, così, quando mia moglie portava la piccola in Ospedale io portavo la grande, che allora aveva tre anni, con me. Lei rimaneva all’ombra di un grande albero, al riparo dal sole mentre io lavoravo in campagna o, quando capitava, come muratore.
La casa dove abitavo era molto umida, la bambina era spesso ammalata ma non potevo permettermi una casa migliore. Mi sono sentito impotente e senza vie d’uscite, ma non si poteva andare avanti in quel modo anche perché nel tempo le condizioni della bambina piccola si sarebbero aggravate, mettendo in pericolo la sua vita. Così abbiamo preso la decisione di lasciare il nostro paese e cercare un posto migliore.
Da pochi mesi sono in Italia con la mia famiglia. Il calore umano che ho visto qui è incredibile. Sento di essere tra persone buone che ci aiuteranno. In questo piccolo paese, dove ora viviamo ci sentiamo ben accolti.
Sto studiando italiano, frequento il CPIA. All’inizio del percorso di studi ero preoccupato ma sono stato incoraggiato dai professori e riesco a seguire bene le lezioni. Sono molto contento di imparare l’italiano perché so che è necessario per vivere qui ma soprattutto per lavorare.
In Tunisia ero vivo ma mi sentivo morto. Adesso ho la possibilità di pensare al futuro, di sperare in un domani migliore soprattutto per le mie figlie.
قصة الرجل اللذي يبحث عن حقه في الحياة
السيد هيكل دربالي تونسي الجنسية يبلغ من العمر٣٥عامًا ، وهو ضيف في مركز إستقبال أولي لطالبي اللجوء التابع للبرنامج الوطني صاي الموجود في مدينة توسا و اللذي تتم إدارته من قبل شركة تعاونية أومانا صولدريطا وشركة الجرانيو وهو يحكي باختصار عن القرار المؤلم ولكن ضروري عندما قرر الإنتقال إلى بلد آخر ليضمن لأسرته ظروف معيشية أكثر كرامة ولكن قبل كل شيء حق عائلته في الصحة
تتم متابعة السيد هيكل دربالي والمستفيدين الآخرين ، الذين تتم إستضافتهم في مرافق الاستقبال الأولي الخاصة لطالبي اللجوء من قبل الدكتورة نادية سالفجيو و الدكتورة جوزيبينا دي ماركو كمدرسه للغة الإيطالية
كانت هناك أشياء كثيرة في تونس لم تكن تسير على ما يرام. كنت أعمل طوال اليوم لكنني لم أستطع تحمل نفقات أسرتي ، خاصة الطبية منها. في كثير من الأحيان لم يكن لدينا ما نأكله وكان الجيران يساعدونا على قدر إستطاعتهم. لكن الوضع تفاقم بعد حادث سيارة سيء منعني من العمل لفترة طويلة
في بلادي إذا لم يكن لديك مايكفي من المال فليس لديك حقوق. عندما إحتاجت بناتي إلى الرعاية ، كان على زوجتي حملهن على أكتافها لأميال لأننا لم يكن لدينا سيارة. لسوء الحظ ، كان هذا ضروريًا كل يوم بسبب مرض إحدى بناتي الخطير. لم تكن ابنتي الكبرى قادرة على الذهاب إلى المدرسة لأنها كانت بعيدة جدًا. لم يكن من الممكن مرافقتها لأنني إن رافقتها للمدرسة فلن أتمكن من الذهاب إلى العمل ، لذلك عندما كانت زوجتي ترافق إبنتنا الصغير إلى المستشفى ، كنت أجلب بنتنا الكبيرة معي للعمل، التي كانت تبلغ من العمر ثلاث سنوات في ذلك الوقت و كنت أتركها تحت ظل شجرة كبيرة ، لتحميها من أشعة الشمس أثناء عملي في المزرعة أو عندما كنت أعمل كعامل بناء
كنت أعيش في منزل شديد الرطوبة ، وكان الأطفال غالبًا مرضى ولكن لم يكن بإمكاني شراء منزل أفضل من ذالك. شعرت بالعجز وبدون مخرج ، لكن لم أستطع الاستمرار على هذا النحو أيضًا لأنه بمرور الوقت ستزداد ظروف الفتاة الصغيرة سوءًا ، مما يعرض حياتها للخطر. لذلك اتخذنا قرارًا بمغادرة بلدنا والبحث عن مكان أفضل
أعيش في إيطاليا منذ بضعة أشهر مع عائلتي. الدفء البشري الذي رأيته هنا لا يصدق. أشعر أنني بين الناس الطيبين الذين سيساعدوننا. في هذ المدينة الصغيرة حيث نعيش الآن نشعر بالترحيب
أدرس الأن اللغة الإيطالية في المدرسة الحكومية، في بداية دراستي كنت قلقا لكن المعلمة شجعتني لمتابعة الدروس. أنا سعيد جدًا بتعلم اللغة الإيطالية ، لأنه الطريق لكي أستطيع إيجاد عمل و لكي أندمج في هذا البلد
في بلدي تونس كنت أشعر أنني ميت بالحياة لعدم وجود أمل. الأن رجع الأمل في حياة أفضل و في مستقبل مليأ بالأمل خصوصا لبناتي