Migranti, Scavone a Villarosa per progetto di co-housing e agricoltura sociale

  • di Redazione Il Solidale
  • 3 giu 2022
  • SOCIALE

Migranti, Scavone a Villarosa per progetto di co-housing e agricoltura sociale

(Redazione) VILLAROSA. Co-housing e agricoltura sociale. A Villarosa, nell'Ennese, è stato presentato un innovativo progetto promosso dall’associazione Don Bosco 2000 - Impresa sociale in partenariato con la Regione Siciliana, realizzato nell’ambito del programma Più Su.pr.eme. Presenti l’assessore regionale alla Famiglia, alle politiche sociali e al lavoro, Antonio Scavone, il dirigente Michela Bongiorno e il referente progetti Severino Richiusa dell'Ufficio speciale immigrazione della Regione. L'iniziativa si è svolta in un bene confiscato alla mafia, gestito dall'associazione dal 2016 e valorizzato con diverse attività di imprenditoria sociale e accoglienza di migranti, afferenti al Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) ministeriale. Sono stati affrontati i temi della legalità, dell'anticapolarato, dell'agricoltura sostenibile con riferimento alle tecniche innovative dell'acquaponica, dell'utilizzo di gamification e interattività per rendere più efficaci e coinvolgenti le campagne di sensibilizzazione. «Oggi - ha detto l’assessore Scavone confrontandosi con i responsabili dell'associazione, i partner del progetto e i cittadini stranieri coinvolti - ho conosciuto una bella realtà. Un percorso virtuoso che si rivolge anche alla cosiddetta cooperazione circolare: riportare nel proprio territorio ciò che si è imparato qui in Sicilia, così come ho appreso dalla testimonianza di Ali Traoré. Il sostegno della Regione Siciliana c’è e crescerà nel prossimo futuro». Il progetto avrà come output principale la creazione di una start up agricola formata principalmente da un gruppo di cittadini stranieri, destinatari di una formazione generale e specifica che si terrà in aule appositamente allestite e con una metodologia immersiva, anche attraverso l'uso della realtà aumentata e di percorsi didattici realizzati con moderne tecnologie. Infine, il progetto potrà formare quanti esprimano la volontà di fare rientro nel proprio Paese di origine, replicando quanto appreso a favore delle comunità locali nei villaggi di provenienza: per esempio creando sistemi di coltivazione acquaponici. Il rientro sarà promosso da Don Bosco 2000 nell’ambito del progetto di cooperazione allo sviluppo attivo dal 2016 in Senegal, Gambia e Mali denominato “Cooperazione circolare”, progetto che crea attività generatrici di reddito nei villaggi rurali africani in cui i protagonisti sono i migranti di ritorno, ex beneficiari dei centri di accoglienza di Don Bosco 2000.