"Freedom for Ashraf Fayadh"
- di Redazione Il Solidale
- 30 nov 2015
- CULTURA
"Bruciano i libri, possibili percorsi, le mappe e le memorie, l'aiuto degli altri" cantano i CSI in “Cupe Vampe”, bruciano la Cultura, ritenuta pericolosa da qualunque regime autoritario.
Qui ci troviamo in Arabia Saudita, al centro delle polemiche per il suo sistema giudiziario, amaramente conosciuto per sentenze sempre più controverse nei confronti dei suoi cittadini dai comportamenti “poco ortodossi”: secondo Human Rights Watch Riyadh quest’anno avrebbe giustiziato oltre 150 persone.
La letteratura, poi, è particolarmente osteggiata dalle autorità saudite, che temono il potere che ha la parola scritta di svegliare le coscienze e generare dissenso: proprio per questo lo scorso anno, durante l’annuale fiera internazionale del libro nella capitale, il governo aveva fatto sequestrare migliaia di libri di oltre 400 autori considerati portatori di “messaggi blasfemi” e per questo banditi.
Ed in ballo c’è la vita di Ashraf Fayadh, poeta, curatore e artista, arrestato nel 2014 ora è stato condannato a morte da un tribunale dell’Arabia Saudita, paese dove è nato da genitori palestinesi. Ha 35 anni ed è rappresentante dell’organizzazione di artisti britannico-saudita Edge of Arabia. Nel 2013 è stato tra i curatori della mostra Rhizoma alla Biennale di Venezia.
L’accusa è di “apostasia”, cioè di rinuncia o abbandono dell’Islam. Nel regno sono state oltre 150 le decapitazioni quest’anno, un primato nero per Riyadh che vede nella letteratura uno dei maggiori veicoli del dissenso.
La decisione, ancora appellabile poiché emessa da un tribunale minore, è il risultato dell’appello della pubblica accusa alla sentenza emessa lo scorso anno dalla stessa corte, che condannava Fayadh a quattro anni e 800 frustate per il suo comportamento “deviato”: secondo Adam Coogle, ricercatore di Human Rights Watch, l’episodio scatenante sarebbe stato una discussione culturale in un caffè di Abha, durante il quale Fayadh avrebbe detto “cose contro Dio”, stando a un testimone. A rincarare la dose, uno studioso di Islam lo avrebbe denunciato come “blasfemo” per una sua raccolta di poesie pubblicata nel 2008, volume che secondo la corte potrebbe “spingere altre persone a rinunciare all’Islam”.
Interrogato dal tribunale, Fayadh si è difeso dicendo che nel caffè era in corso un litigio, mentre i testimoni della difesa hanno dichiarato che l’uomo che accusava Fayadh “non era in sé”. Per quanto riguarda il secondo capo di imputazione, il poeta palestinese ha negato che il libro fosse blasfemo e si è scusato nel caso lo fosse agli occhi di qualcuno. Il pentimento e le scuse avevano spinto la corte a una punizione più leggera, ma poi il giudice dell’appello non ha tenuto in considerazione i testimoni della difesa e, soprattutto, ha pontificato che “il pentimento è per Dio”. E lo ha condannato a morte.
Amnesty International ha avviato una petizione per la scarcerazione del Poeta, a cui chiunque può aderire anche on line al link https://secure.avaaz.org/en/petition/Amnesty_international_Save_the_palestinian_poet_and_artist_Ashraf_Fayadh/?aYTCVjb. Santina Lazzara
Spazio vuoto*
(di Ashraf Fayadh, traduzione dall’arabo di Jolanda Guardi)
Ogni cosa ha la sua… dimensione!
La tua è molto usa alla tappezzeria
E la tua ombra pesante… non permette all’asfalto
Né alla vernice… e nemmeno alle scritte appiccicate sulle vetrine
Di essere viste.
Anche tu hai uno spazio… niente male
“vuoto”
L’aria è inquinata… e così anche i cassonetti della spazzatura
E il tuo animo da quando si è mescolato al carbone
E il tuo cuore… dall’ occlusione delle vene
E dal suo rifiuto di concedere cittadinanza
Al sangue di ritorno dalla tua testa.
Senza la tua memoria… perdi molto della tua dimensione
Devi seguire una dieta adatta
Per perdere l’eccesso di te!
Prendi le tue decisioni in fretta
Ché la forza di gravità…
Non aspetta molto
Nota: cambia il fattore tempo con il tuo nome…
Per giungere alla corretta soluzione sul modo di lanciare l’ultima
Pagina del tuo diario
Nel cestino dei rifiuti… e centrarlo!
Consumi d’aria quanta ne basta a due neonati
Quando urlano entrambi allo stesso modo…
Sapendo che le particelle d’aria intorno a te…
Trasmettono il suono in modo distorto… la tua laringe…
Ha bisogno di restauro
Una mendicante sulla cinquantina… espone il suo orgoglio in
Un cencio impreziosito di monete… augura a te… e a quella
Bellezza che cammina al tuo fianco casualmente… di avere
Presto un figlio
Perché occupi un altro spazio… vuoto…
In cambio di una moneta!
È giunta l’ora di moltiplicare i tuoi passi… asessualmente
E di cambiare i tuoi calzini puzzolenti
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Abbandonati al sonno…