In uscita a gennaio il nuovo lavoro di Costanza Savini "Ismail e il Grande Coccodrillo del Mare"
- di Redazione Il Solidale
- 1 dic 2015
- CULTURA
Tratto per la maggior parte da una storia vera - la vicenda di A. ragazzo giunto in Italia su un barcone e seguito poi in una comunità di accoglienza dall’autrice stessa- Ismail e il Grande Coccodrillo del Mare, in uscita a gennaio 2016, racconta, appunto, la storia di un ragazzo la cui nazionalità è volutamente non specificata in quanto simbolo dell’essere “errante”, profugo e clandestino per ragioni politiche, civili o ideologiche, poco importa in un testo dove non c’è spazio per buonismi. Così si snoda la storia di Ismail, un ragazzo dal nome evocativo, poiché sia biblico che mussulmano insieme. Una Storia con la S maiuscola, poiché tocca un tema vivo e “sanguinante” del nostro XXI secolo: e cioè un “pezzo di mondo” che si sposta verso un “altro pezzo di mondo”. Ma la storia parla anche della cosiddetta tratta di “carne umana” da parte dei trafficanti di uomini e, al tempo stesso, è strutturata come un “giallo” denso di riflessioni per tutti i lettori adolescenti o adulti. Il viaggio di Ismail si svolge in camion, poi su un barcone sconquassato fino a raggiungere l’Italia attraverso un percorso pieno di peripezie, di pericoli e di incontri minacciosi. Ma è proprio su quella barca che tiene a malapena il mare, che il ragazzo farà una conoscenza che si rivela decisiva per la sua vita. Gli si avvicina una giovane donna misteriosa, dai capelli bui come una notte senza stelle, che gli svela molte cose sul suo conto. Cose che Ismail stesso ignora: aprendo così la sua vicenda a ulteriori e innumerevoli colpi di scena. La storia è destinata ai ragazzi e agli adulti. I temi trattati sono molteplici. La multietnicità, i migranti, i profughi di guerra e chi, come i trafficanti di esseri umani, ne fa mercimonio. Ma anche la forza del legame con le proprie radici e le proprie origini, con la terra e i suoi poteri. Nonché la solidarietà tra giovani coetanei, il valore curativo dell’arte tanto per il corpo quanto per lo spirito, e il potere della scrittura come “pratica o esercizio” spirituale. Quante volte – scrive Giovanni Discolo nella postfazione del testo - abbiamo avuto l’occasione di incontrare un Ismail o un Ibrahim, quante volte abbiamo avuto l’occasione di parlarci o di ascoltarlo ma la nostra indifferenza ci ha portati a soffermarci solo al colore della pelle, al taglio degli occhi o all’abbigliamento, piuttosto che alla purezza dell’anima. “Ismail e il grande coccodrillo del mare” di Costanza Savini – scrive sempre Giovanni Discolo -, vuole essere un aiuto a riscoprire l’essenza della vita, una storia che cattura la fantasia di giovani e adulti ma allo stesso tempo scuotere le coscienze. Una storia che facilita a riscoprire l’altro ma soprattutto se stesso, quella storia che aiuta a comprendere che “la tua Patria è dove è il tuo bene”.
Il Grande Coccodrillo del Mare con cui Ismail si deve confrontare, è la metafora di quel lato oscuro insito in ognuno di noi, di quella polarità contraria presente in ogni essere, insieme a quella più smaccatamente positiva. E’ la forza demoniaca del mare, sempre mutevole e imprevedibile. Ma a un tempo rappresenta anche i cacciatori di mani, le autorità quando esercitano il loro potere in modo ottuso e arbitrario, è l’inquietudine che muove i passi di Ismail da un luogo all’altro sempre in cerca di qualcosa, e, infine, è Il Viaggio di migliaia e migliaia di uomini, donne e bambini. Perché la libertà, il desiderio, la speranza e il potere dei sogni sono le energie che da sempre muovono la vita di ognuno in ogni luogo e in ogni tempo. Da questa idea il testo: Ismail e il Grande Coccodrillo del Mare. Giovanni Discolo