Mirabella Imbaccari. I corsisti A.S.I. dell’IRES e i “Laboratori formativi per l’apprendimento concreto”

  • di Redazione Il Solidale
  • 12 lug 2022
  • LAVORO

Mirabella Imbaccari. I corsisti A.S.I. dell’IRES e i “Laboratori formativi per l’apprendimento concreto”

(Gaetana Brighina) MIRABELLA IMBACCARI. L’esperienza dei laboratori formativi - con e per i corsisti ASI (Animatori Servizi all’Infanzia) dell’IRES di Mirabella Imbaccari - ha offerto la possibilità di porre la loro persona al centro del percorso educativo-formativo, stimolando la voglia di sapere, di conoscere, di esplorare e di ricercare, al fine di far nascere in loro il desiderio di sentirsi persone capaci di elaborare e produrre cultura come soggetti liberi e responsabili sia in senso individuale che collettivo. Pertanto, l’esperienza diviene il punto di partenza del processo di insegnamento-apprendimento, che permette di sviluppare le cosiddette “intelligenze multiple” teorizzate da Howard Gardner.
Da docente formatrice, pensando all’apprendimento concreto, la mente si collega al pensiero del pedagogista John Dewey il quale vede il soggetto in formazione come una persona partecipe, dunque, attiva del proprio processo di apprendimento e non un “vaso” passivo, da riempire.
La peculiare attenzione rivolta alla dimensione laboratoriale (pratico-operativa) - per una “sistematica integrazione del sapere e del fare” - rappresenta l’aspetto più significativo dell’intera esperienza. In essa la pratica educativa del “fare” (tra cui i laboratori d’arte, come: le piccole sculture con pasta di sale, le attività pittoriche e teatrali) è stata, a sua volta, diretta a promuovere lo sviluppo delle abilità empatiche, mediante i giochi basati sul “role playing”, sul “far finta” (gioco simbolico) e sul “modeling” (apprendimento sociale per imitazione di Albert Bandura), con l’obiettivo di promuovere l’ascolto reciproco, il rispetto dell’altro, nonché il riconoscimento delle emozioni mediante le peculiari espressioni facciali. A tal fine l’attività promossa è stata suddivisa in quattro fasi, ciascuna propedeutica alla successiva. La prima consiste nel mimare l’espressione delle faccine per incentivare l’imitazione consapevole; la seconda nel raccontare un episodio della propria vita corrispondente all’emozione scelta; la terza nel creare una brevissima storia in relazione all’emozione trattata; la quarta nel rappresentare le emozioni con i laboratori teatrali.
Le attività ludico-didattiche esperite nel contesto classe sono state tutte orientate verso l’autonomia, la creatività, l'autostima, la cooperazione, il rispetto delle regole, la reciprocità, la riflessione, la criticità di pensiero e soprattutto verso una forma mentis flessibile capace di ristrutturarsi e di negoziare, ossia, capace di distaccarsi dal progetto iniziale (attività preformata) e di pervenire di fronte alle problematicità (pensieri divergenti) a soluzioni condivise.