Regione Siciliana e Ferrovie, ricostruzione del viadotto fra Caltagirone e Niscemi. L'assessore Falcone: «La riapertura sarà realtà»

  • di Redazione Il Solidale
  • 29 lug 2022
  • LAVORO

Regione Siciliana e Ferrovie, ricostruzione del viadotto fra Caltagirone e Niscemi. L'assessore Falcone: «La riapertura sarà realtà»

(Salvo Cona) CALTAGIRONE. "Al via la ricostruzione del viadotto ferroviario di contrada Angeli, fra Caltagirone e Niscemi, segmento della linea Caltagirone-Gela chiusa da oltre dieci anni". Lo ha comunicato oggi, venerdì 29 luglio, la Regione Siciliana ricordato inoltre che "proprio il crollo del vecchio ponte determinò, nel 2011, il blocco totale della tratta". E stamane, alla presenza del’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone e dei tecnici di Rfi e Italferr, sono stati consegnati i lavori. La ricostruzione del viadotto ferroviario fra Caltagirone e Niscemi, da completare in un anno, costituisce il primo lotto del complessivo ripristino della tratta fino a Gela. Il cantiere odierno ha un valore di quasi 9 milioni di euro ed è stato aggiudicato al Research Consorzio stabile Scarl di Salerno consorziato con l’impresa Ricciardello Costruzioni srl. Il nuovo viadotto ad archi, progettato in modo da riprodurre la configurazione architettonica a 17 arcate esistente prima del crollo, si svilupperà per 413 metri. Il vecchio ponte era stato realizzato tra il 1957 e il 1959. «Il cantiere ormai avviato - ha dichiarato L'assessore Falcone - ha un grande valore non solo per il sistema della mobilità su ferro in Sicilia, ma anche, per altro verso, sul piano simbolico. Il crollo del vecchio ponte, in una domenica di maggio del 2011, colse tutti alla sprovvista e divenne purtroppo l’emblema, a livello nazionale, dell’arretratezza a cui erano condannate le ferrovie in Sicilia. Poi, per anni, la tratta Caltagirone-Gela è stata considerata come un ramo secco fino all’inversione di tendenza voluta dal governo Musumeci. Prima abbiamo riaperto la tratta Caltagirone-Catania, poi abbiamo spinto Rfi al cambio di passo negli investimenti su un comprensorio da ben 170 mila abitanti, da Gela fino al capoluogo etneo passando per l’entroterra del Nisseno e del Calatino. Di fatto, la riapertura di una ferrovia ad elevato potenziale commerciale, sociale e turistico, non è più un traguardo irrealizzabile. Oggi vediamo invece partire un investimento che cancellerà lunghi anni di trascuratezza e abbandono».