La camerunense Leticia e "Il culto dei morti tra i Bamileke", scrive dal SAI 'Tusa Ordinari' gestito da Il Geranio e da Consorzio Umana Solidarietà

  • di Redazione Il Solidale
  • 25 ago 2022
  • Migrantes 2.0

La camerunense Leticia e "Il culto dei morti tra i Bamileke", scrive dal SAI 'Tusa Ordinari' gestito da Il Geranio e da Consorzio Umana Solidarietà

Leticia è una ragazza camerunense di 25 anni ospite nella struttura di accoglienza del progetto SAI "Tusa ordinari", gestito a Tusa (in provincia di Messina) dalla cooperativa sociale "Il Geranio"  e dal Consorzio Umana Solidareità" e coordinato dalla dottoressa Nadia Salvaggio. Nell’ambito del progetto, i beneficiari frequentano il corso di Alfabetizzazione di lingua italiana, tenuto dall’insegnante, la dottoressa Giuseppina Di Marco. Durante le ore di apprendimento, Leticia ha descritto un rito molto particolare che ha luogo nel mese di agosto, relativo al culto dei morti presso il gruppo dei Bamileke del Camerun occidentale. Essi credono che riesumando i teschi possono sviluppare relazioni speciali con gli spiriti dei loro morti, i quali possono preservare da malattie o da malefici i loro discendenti.

Il culto dei morti tra i Bamileke
Io sono Leticia e appartengo al popolo dei Bamileke, la tribù più numerosa del Camerun in Africa centrale. I Bamileke sono raggruppati in diversi gruppi, ciascuno sotto la direzione di un capo gruppo.
Nella mia terra “i morti non sono morti”, provengono dal mondo spirituale e vegliano sui loro cari che sono ancora sulla terra. Il legame tra i vivi e i loro antenati si mantiene attraverso il culto dei teschi. Anni dopo il funerale, viene eseguito un rito per dissotterrare il cranio del defunto. Viene collocato in una piccola casa, in argilla alta un metro, costruita appositamente dove i membri della famiglia possono radunarsi con doni simbolici come: olio di palma, sale e birra per dire loro preghiere di intercessione ai teschi.
La cerimonia dei Teschi è una delle più importanti cerimonie di questo popolo, che si basa sulla venerazione dei defunti. Ogni qualvolta che nel clan si manifestano episodi considerati malefici o portati dalla sfortuna, un rito di sacrificio sarà dedicato agli antenati con l’offerta di capre, o altri animali, sale, olio di palma.
Io sono andata , con mia madre, ad una di queste cerimonie quando ero piccola poi, non abbiamo più partecipato perché mia madre si è convertita alla religione cristiana che non accetta questo culto.
Ricordo che il rito è cominciato la mattina, si è cosparso l’esterno della casa del cranio con olio rosso, come una sorta di benedizione. È stato cucinato mais bollito e offerto insieme ad arachidi e altro cibo tradizionale a tutto il villaggio.
Il cibo deve essere donato a tutte le persone presenti perché chi è morto può “abitare” in una persona qualunque. Dopo è iniziato lo spettacolo di danze mistiche che si chiama “Mesong”, c’erano persone vestite con abiti tradizionali e indossavano delle maschere.
Durante queste danze viene piantato un banano, un platano, che in poco tempo, circa 15 minuti, cresce sino a produrre frutti, le banane che poi, cucinate verranno mangiate unicamente dal capo villaggio e dai suoi Notabili. Questa pietanza non può essere mangiata da altre persone altrimenti muoiono. Il capo e i suoi Notabili sono considerate persone mistiche, che hanno poteri soprannaturali, che intercedono con il defunto ed indicano l’animale da sacrificare per fare per liberare i familiari da eventuali maledizioni.
Chi appartiene alla mia tribù si deve recare ogni 15 agosto o dalla metà di agosto in poi al villaggio per fare questo rito. A giro tutte le famiglie fanno questa grande festa. È un mese di festa. Chiude il ciclo, la festa del capovillaggio presso la sua abitazione- Chiefdom -.
Io non sono vincolata a fare questo tipo di rito perché mia madre si è convertita. Chi inizia, e lo fa anche solo una volta è costretto a farlo sempre altrimenti la maledizione lo seguirà.

Leticia est une jeune camerounaise de 25 ans, elle est dans le projet d'accueil SAI Tusa ORDINAIRE géré par la Coop. IL GERANIO et le CONSORZIO UMANA SOLIDARIETÀ, et coordonné par le Dr Nadia Salvaggio. Dans le cadre du projet, les bénéficiaires suivent le cours d'alphabétisation en langue italienne, dispensé par l'enseignante Giuseppina Di Marco. Pendant les heures d'apprentissage, Leticia décrit un rite très particulier lié au culte des morts chez le groupe Bamiléké de l'ouest du Cameroun. Ils croient qu'en exhumant des crânes, ils peuvent développer des relations privilégiées avec les esprits de leurs morts qui peuvent sauver leurs descendants de la maladie ou du mal.

Le culte des morts chez les Bamiléké
Je suis Leticia et j'appartiens au peuple Bamiléké, la plus grande tribu camerounaise d'Afrique centrale. Les Bamilékés sont regroupés en plusieurs groupes, chacun sous la direction d'un chef de groupe.
Dans mon pays "les morts ne sont pas morts", ils viennent du monde des esprits et veillent sur leurs proches qui sont encore sur terre. Le lien entre les vivants et leurs ancêtres est entretenu par le culte des crânes. Des années après les funérailles, un rite est pratiqué pour déterrer le crâne du défunt. Il est placé dans une petite maison en argile d'un mètre de haut construite spécifiquement où les membres de la famille peuvent se rassembler avec des cadeaux symboliques tels que de l'huile de palme, du sel et de la bière pour dire des prières d'intercession aux crânes.
La cérémonie du crâne est l'une des cérémonies les plus importantes de ce peuple, qui est basée sur la vénération des morts. Chaque fois que des épisodes considérés comme maléfiques ou provoqués par le malheur surviennent dans le clan, un rite de sacrifice sera dédié aux ancêtres avec l'offrande de chèvres, de sel, d'huile de palme.
Je suis allée, avec ma mère, à une de ces cérémonies quand j'étais petit, je n'y participé plus car ma mère s'est convertie à la religion chrétienne qui  aujourd’hui n'accepte pas ce culte.
Je me souviens que le rituel commençait le matin, l'extérieur de la maison du crâne était aspergé d'huile rouge, comme une sorte de bénédiction. Le maïs bouilli était cuit et offert avec des arachides et d'autres aliments traditionnels à tout le village.
La nourriture doit être donnée à toutes les personnes présentes car celui qui est mort peut "vivre" en n'importe quelle personne. Après cela, le spectacle de danse mystique appelé "Mezong" a commencé, il y avait des gens vêtus de vêtements traditionnels et portant des masques.
Au cours de ces danses, un bananier rejeton est planté, un plantane, puis  en peu de temps, environ 15 minutes, il pousse pour produire des bananes, cuites ne seront mangées que par le chef du village et ses Notables.
Cette noiriture ne peut pas être mangées par d'autres sinon elles meurent. Le chef et ses Notables sont considérés comme des personnes mystiques, dotées de pouvoirs surnaturels, qui intercèdent auprès du défunt et indiquent le sacrifice (une vache, une poule par exemple) qui doit être fait pour libérer la famille de toute malédiction.
Ceux qui appartiennent à ma tribu doivent se rendre au village tous les 15 août ou à partir de la mi-août pour faire ce rituel. Toutes les familles faites ont cette grande fête.
A’ la fine une grand fête est organisè  à la Chefferie pour clouter le rituel.
Je ne suis pas obligé de faire ce type de rituel car ma mère s'est convertie. Celui qui le fait ne qu’une  fois, est obligé de toujours le faire sinon la malédiction le suivra.