Arma Carabinieri e Niscemi commemorano 32° anniversario morte del Carabiniere Roberto Ticli, Medaglia Argento V.M. “Alla Memoria”, notte 1 ottobre 1990, Porto Ceresio (VA). Il 3 ottobre compiva 25 anni

  • di Redazione Il Solidale
  • 1 ott 2022
  • CRONACA

Arma Carabinieri e Niscemi commemorano 32° anniversario morte del Carabiniere Roberto Ticli, Medaglia Argento V.M. “Alla Memoria”, notte 1 ottobre 1990, Porto Ceresio (VA). Il 3 ottobre compiva 25 anni

(Alberto Drago) NISCEMI. Questa mattina, sabato 1 ottobre, è stato commemorato il 32° anniversario della morte del Carabiniere Roberto Ticli, Medaglia d’Argento al Valor Militare “Alla Memoria”, avvenuta la notte del 01 Ottobre 1990, a Porto Ceresio (VA), località dove il giovane carabiniere originario di Niscemi (CL)  espletava il proprio servizio quale addetto al Comando Stazione Carabinieri. La semplice ma toccante cerimonia commemorativa, alla presenza dei familiari del caduto, del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Caltanissetta colonnello Vincenzo Pascale, del Comandante del Reparto Territoriale dei Carabinieri di Gela, tenente colonello Ivan Boracchia, delle Autorità locali e da una rappresentanza di Carabinieri in servizio e in congedo, si è svolta dapprima presso il locale cimitero, con la deposizione di una corona d’alloro dell’Arma dei Carabinieri sul monumento funebre che accoglie le spoglie mortali del militare e, successivamente, nella Chiesa Madre di Niscemi, con la celebrazione di una Santa Messa officiata da Don Rosario Scibilia, Cappellano Militare del Comando Interregionale Carabinieri, e dal parroco della Chiesa Madre di Niscemi, Don Massimo Ingegnoso.
Dopo l’omelia è stata recitata la Preghiera del Carabiniere, e a seguire il colonello Pascale ha esaltato la figura dell’eroe, che per il suo gesto nel 1992 è stato insignito della Medaglia D’argento al Valor Militare alla memoria con la seguente motivazione: "Capo pattuglia in servizio perlustrativo, mentre effettuava, unitamente a parigrado, il controllo di un individuo sospetto, veniva da questi fatto segno a proditoria azione di fuoco. Benché mortalmente ferito, con coraggiosa determinazione si poneva all'inseguimento del malvivente, contro il quale reagiva con l'arma in dotazione, finché giunto allo stremo delle forze, si accasciava esamine al suolo. Chiaro esempio di elevate virtù militari e di altissimo senso del dovere spinti fino al supremo sacrificio" . Porto Ceresio (Varese), 1 ottobre 1990.
In particolare la vicenda che ha portato alla morte del giovane Carabiniere (che il 3 ottobre di quel tragico 1990 avrebbe compiuto 25 anni) si può così riassumere: nell’ambito di un servizio per la ricerca e la cattura di latitanti, il Carabiniere Ticli, capo pattuglia, procedeva al controllo di un individuo che alla vista dei militari aveva tentato di defilarsi. Alla richiesta dei documenti, il sospettato consegnava una carta di identità falsa e, resosi conto delle perplessità degli operanti circa l’autenticità del documento, il soggetto si dava a precipitosa fuga durante la quale, da circa 15 metri, esplodeva 2 colpi di revolver, uno dei quali attingeva al torace il Carabiniere Ticli che, prima di accasciarsi, riusciva a rispondere al fuoco con le armi d’ordinanza. Soccorso e ricoverato presso l’ospedale di Varese, il Carabinier Ticli alle ore 03:00 decedeva per arresto cardiaco, dopo essere stato sottoposto ad intervento chirurgico. Nell’immediatezza dell’evento veniva organizzata una battuta nel corso della quale veniva rintracciato e fermato un cittadino svizzero colpito da mandato di cattura internazionale per rapina. L’uomo, condotto in caserma, ammetteva le proprie responsabilità e forniva indicazioni per il recupero della pistola utilizzata.