Caltagirone: gli ospiti della Rems domano presepio alla parrocchia di San Pietro
- di Redazione Il Solidale
- 14 dic 2015
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CALTAGIRONE. Donato, dagli ospiti della Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), un presepe in terracotta alla comunità parrocchiale di Santo Pietro.
Le statue del presepe sono state collocate ieri nell’aula liturgica, durante la celebrazione eucaristica animata anche da alcuni ospiti della Rems e presieduta dal vicario episcopale, don Gianni Zavattieri, e rimarranno esposte per tutto il periodo natalizio.
«Questo è un presepe speciale - ha detto don Zavattieri - perché realizzato e donato da una comunità che vuole fare la sua parte nel percorso di cura e riabilitazione. Oggi, come allora, i testimoni privilegiati della natività di Gesù sono i più poveri e i più fragili».
Alla celebrazione erano presenti gli operatori e alcuni familiari dei pazienti.
«La Rems di Caltagirone - afferma il direttore generale dell’Asp di Catania, dr. Giuseppe Giammanco -, attraverso i percorsi di cura e di riabilitazione attivati, intende offrire il proprio contributo nella diffusione di una cultura dell’accoglienza e dell’integrazione sociale dei pazienti ricoverati. È una sfida che tutta la comunità del Calatino, impegnata da sempre nell’accoglienza e nella gestione della fragilità psichiatrica, vuole affrontare e vincere».
Il presepe è stato realizzato da 10 ospiti della Rems nell’ambito delle attività del Laboratorio di ceramica, coordinato da un volontario esterno e dai tecnici della riabilitazione psichiatrica della struttura.
Il laboratorio è stato avviato il 19 novembre scorso, ed è stato articolato in tre fasi: realizzazione dei vari soggetti attraverso uno stampo in gesso; modellamento dei vari soggetti e cottura dei vari pezzi.
«L’atto del modellare e del produrre forme - spiega il dr. Salvo Aprile, responsabile della Rems - avvicina il paziente al proprio mondo interno. Lavorando sulle immagini prodotte è possibile per il paziente associare emozioni, ricordi, idee, in modo da ampliare l’esplorazione dei vissuti emotivi e aiutarlo a conoscersi attraverso l’esplorazione di sé nell’immagine».
Le attività progettuali sono state orientate far ottenere ai pazienti benefici in termini di risorse relazionali e creative, autorealizzazione, presa di coscienza del proprio sé, fiducia nelle proprie capacità e gratificazione per il conseguimento dell’obiettivo finale.